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Il direttore di confesercenti

Offerte di lavoro e corsi gratuiti, ma nessuno risponde. Capellini: “Problema sempre più strutturale”

Fabrizio Capellini

Le bacheche dei giornali sono sempre più piene di offerte di lavoro. Ma quello che in passato sarebbe stato visto alla stregua della manna divina oggi passa per lo più inosservato. I datori di lavoro scrivono alle redazioni chiedendo un po’ di spazio per arruolare questo o quel dipendente. Le associazioni di categoria snocciolano corsi di formazione o aggiornamento su una vastissima gamma di materie professionali. E gli enti di formazione propongono percorsi spesso gratuiti, costruiti con il giusto mix di teoria e pratica e con un tirocinio propedeutico all’assunzione come ultima tappa. Ma si tratta di iniziative che in troppe occasioni rimangono inascoltate.

Il problema si registra da un po’. Lo abbiamo toccato con mano già prima della pandemia, due anni fa, quando a inizio 2020 avevamo lanciato due corsi approntati insieme al Comune della Spezia e finanziati dalla Regione”. Lo dichiara Fabrizio Capellini, recentemente nominato direttore provinciale di Confesercenti, illustrando l’esperienza dell’associazione di Via del Prione nel comparto della formazione e nel rintracciamento dei partecipanti ai corsi.
“Si trattava di due percorsi di specializzazione per aiuto cuoco, ma solamente uno dei due ha potuto avere luogo. E per fortuna, visto che oggi tutti i partecipanti sono inseriti nel mondo del lavoro. Per l’altro – ricorda Capellini – non c’è stato modo di raggiungere il numero minimo di iscritti, nonostante la proroga dei tempi per le adesioni. E come noi tanti altri enti e scuole di formazione stanno affrontando un momento di difficoltà”.

Un male comune, dunque, che non si trasforma però automaticamente nel proverbiale mezzo gaudio. “È necessaria una riflessione per affrontare un problema che sembra sempre più strutturale. A incidere potrebbero essere fattori come il reddito di cittadinanza, perché non sembra essere un problema di cattiva risposta del sistema formativo al mercato: le proposte sono elaborate sulla base dei fabbisogni e dei percorsi produttivi indicati dalle aziende. La proposta formativa è allineata alla domanda occupazionale, ma nonostante questo non si trovano i candidati”.

Le differenze tra territorio e territorio sono molteplici, ma la problematica appare diffusa in maniera piuttosto uniforme a livello regionale.
“Sappiamo che in Liguria è molto elevata la quota dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di occupazione. Bisogna domandarsi il motivo dell’esistenza di questo bacino di persone – chiede il direttore di Confesercenti La Spezia – che potrebbero essere impiegate, se volessero. Perché non ne hanno voglia? Di cosa vivono? Di lavoro nero o sono a carico delle famiglie o ancora percepiscono il reddito di cittadinanza? Sono domande che richiedono una risposta per affrontare un problema che riguarda tutti”.

Intanto le difficoltà si confermano, senza eccezioni. “Al momento abbiamo in ballo come Cescot Confesercenti alcune misure legate al fondo Garanzia giovani e gestite dal Centro per l’impiego. Ma per ora, anche in questo caso, non ci sono state comunicate adesioni…”, conclude Capellini.

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