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Green hydrogen gulf, i progetti e le opportunità spezzini racchiusi in una mattinata di lavori

La nebbia marina sul Golfo

Con la comunicazione della Commissione europea “Una nuova strategia industriale per l’Europa” del 10 marzo 2020 e la successiva risoluzione del Parlamento europeo datata 19 maggio 2021 sulla strategia europea per l’idrogeno, insieme alla spinta determinata dalla comunità mondiale per ricercare soluzioni concrete per il contenimento delle emissioni di gas serra e dei conseguenti cambiamenti climatici, oggi sono molte le realtà che hanno cominciato ad interessarsi concretamente all’idrogeno green.

L’idrogeno sta godendo, quindi, di uno slancio senza precedenti in tutto il mondo e il suo potenziale come soluzione energetica pulita è evidente: conditio sine qua non per poterne favorire lo sviluppo è la creazione di un’adeguata rete operativa a livello regionale.

In Liguria, e in particolare nel Golfo della Spezia, esiste un mix variegato ed integrato di attività industriali, portuali, tecnico-scientifiche e militari che hanno iniziato a focalizzare le proprie progettualità e attività nel campo.

Con questa premessa, il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine vuole proporsi come aggregatore del territorio, al fine di creare un network formato da rappresentanze degli enti, delle associazioni di categoria, del mondo dell’industria e della ricerca; in quest’ottica, promuove nella mattinata del 3 febbraio, insieme a Tecnologie innovative per il controllo ambientale e lo sviluppo sostenibile (Ticass) e con il patrocinio dell’Adsp del Mar Ligure Orientale, un workshop in cui sono coinvolti  attori di primo piano dei diversi comparti (clicca qui per consultare il programma degli interventi).

Il fine è valutare lo stato di maturità delle attività e misurare l’interesse del territorio e della collettività ad uno sviluppo condiviso di tale tecnologia, oltre che identificare i potenziali volumi di utilizzo per un’applicazione condivisa nel Golfo della Spezia.

In vista della transizione ecologica auspicata a livello comunitario, anche sulla spinta delle sfide e dei finanziamenti correlati al piano straordinario Next Generation Eu, è fondamentale, quindi, progettare le fondamenta per una “Hydrogen Valley” nel nostro territorio: la sua creazione, declinata fra centro studi e produzione –  potrebbe comportare una serie di importanti ricadute sul territorio, quali la riqualificazione di alcune aree, la creazione di gruppi di studio e ricerca di sistemi di stoccaggio efficaci ed efficienti, l’impiego di questa risorsa all’interno delle navi, oltre che in tutto il sistema della logistica portuale ed extra-portuale.

Un’idea ambiziosa, che segue l’importante progetto del Miglio Blu e giustifica, attraverso il contributo di attori di primo piano coinvolti, un momento di riflessione e condivisione tra soggetti istituzionali e privati.

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