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Dmo e distretto turistico, due territori e due misure

Turismo, per il 2022 c’è ottimismo. Ma Confesercenti ritorna a chiedere un’unica cabina di regia

“Possiamo guardare avanti con un pizzico di ottimismo. Non è l’ottimismo della volontà, ma quello della ragione”. L’illustrazione da parte di Confesercenti delle prime misure del Pnrr rese note dal ministero del Turismo per sostenere le imprese del comparto (leggi qui) è stata l’occasione per fare il punto della situazione del comparto turistico nello Spezzino con Eugenio Bordoni, presidente di Assoturismo e Assoviaggi e vice presidente provinciale di Confesercenti.

Nel 2020, con l’esplosione della pandemia, si è registrato un calo medio del 50 per cento rispetto al 2019, con punte che hanno sfiorato anche il 75 per cento. Nello scorso anno c’è stato un recupero rispetto al precedente, ma se prendiamo come riferimento i dati precedenti al coronavirus possiamo valutare il calo di un terzo. E questo nonostante gli italiani siano rimasti quasi tutti all’interno dei confini nazionali. Purtroppo siamo infatti uno dei pochi Stati che hanno osservato una stretta sui viaggi all’estero, salvo rare eccezioni. Un duro colpo per le agenzie, ma un po’ di ossigeno per il territorio. I turisti stranieri sono stati pochi, gli extraeuropei praticamente residuali”. I numeri degli ultimi tre anni parlano chiaro. Nel 2019, quando “pandemia” era un termine sconosciuto ai più, gli arrivi sul territorio provinciale erano stati 946.528 mentre le presenze (equivalenti ai pernottamenti) erano state oltre 2,5 milioni (2.549.292). L’anno successivo, contraddistinto dall’arrivo del Covid-19, i dati sono drammaticamente scesi: gli arrivi sono calati a meno della metà (444.513), le presenze sono crollate a 1.375.262. Il rimbalzo fisiologico del 2021 è evidente, anche se le tabelle dell’Osservatorio regionale sono disponibili solo sino a settembre: nei primi nove mesi dell’anno gli arrivi sono stati 559.994, le presenze sono risalite a 1.752.412. Cifre che saranno certamente da ritoccare nel corso delle prossime settimane, quando verranno resi noti i dati di tutto l’anno passato.

Per quel che riguarda le prospettive di sviluppo immediate Bordoni non ha potuto che confermare che sono legate alla pandemia e alla legislazione che ne deriverà: “Pare che dal 1° febbraio ci sarà un protocollo unico per gli spostamenti all’interno dell’Unione europea, e già questo sarebbe un enorme passo in avanti, che faciliterà la chiarezza delle informazioni per i viaggiatori e un grande aiuto per tutto il comparto. Sarebbe la più bella notizia degli ultimi mesi. Se le varianti non giocheranno brutti scherzi, con l’arrivo del caldo ci sarà comunque una ripresa dei viaggi e rispetto al 2021 è atteso un aumento della clientela straniera, mentre gli italiani andranno all’estero, garantendo un po’ di sollievo alle agenzie e ai tour operator. Questo, almeno, è quello che si può prevedere in base alle richieste di informazioni e qualche prenotazione che è già stata registrata per il periodo estivo”.
Infine uno sguardo alla dimensione politico amministrativa locale. “Negli ultimi giorni l’argomento turistico sono le chiusure invernali in alcuni comuni della Cinque Terre. Per i residenti avere la possibilità di contare su bar e ristoranti è importante, ma per quanto riguarda l’agognata destagionalizzazione bisogna cambiare strada: continuando a ragionare Comune per Comune, soprattutto in pieno periodo invernale, quando ci sono mete molto più appetibili, non si va da nessuna parte. Dai Comuni alla Regione non c’è nessuno che spinga per fare un passo tutti insieme. Per la conformazione del nostro territorio e analizzando per esempio gli spostamenti dei pullman ho sempre pensato che sia necessario affrontare le questioni a livello provinciale (ma nel nostro caso anche interregionale, visti la vicinanza e il forte legame con la Lunigiana). Con le risorse della tassa di soggiorno potrebbe facilmente essere realizzata una app per smartphone che indichi dove sono i parcheggi e quali siano quelli liberi, coinvolgendo tutto il territorio. Ma ancora: abbiamo una rete di sentieri enorme e molto varia, adatta a diverse categorie di viaggiatori. Se anche in questo caso si facesse uno sforzo comune si potrebbero indirizzare gli appassionati di outdoor, trekking e mountain bike lungo tratte altrettanto belle e spesso più godibili di quelle delle Cinque Terre prese d’assalto dalle masse”.

Della stessa opinione il presidente provinciale di Confesercenti, Alessandro Ravecca, che ha declinato il concetto sul tema della governance. “La provincia spezzina deve fare rete: da anni sentiamo parlare di una Dmo con il capoluogo come fulcro e di un Distretto turistico in Val di Magra. Due misure diverse, e questo non aiuterebbe, nemmeno se dovessero finalmente vedere la luce. Siamo stati fermi due anni per la pandemia e siamo tutti stati obbligati a cambiare il modo di vedere le cose. Lo hanno fatto i cittadini, lo hanno fatto gli imprenditori. Lo faccia anche la pubblica amministrazione. La politica sia in grado di creare le condizioni per lo sviluppo con una regia sovracomunale. Poi saranno le imprese a doversi specializzare e professionalizzare come in altre zone d’Italia e della stessa Liguria. Il nostro territorio, per esempio, potrebbe candidarsi come sede per lo smart working di tantissimi lavoratori: tante aziende lombarde stanno pensando di strutturare in maniera fissa il telelavoro per il 30 per cento dei loro dipendenti. Si parla di migliaia e migliaia di potenziali ospiti”.

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