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Lettere a cds

La lettera: “A causa dei ritardi di Asl la mia positività non è mai stata ufficiale. E dal 1° febbraio sono senza green pass”

Tampone/test Covid-19

“Spettabile redazione,
vorrei raccontare la mia esperienza assurda con il servizio sanitario.
Il mio calvario è iniziato il 30 dicembre 2021, dopo l’esito positivo del tampone antigenico autosomministrato per la presenza dei sintomi Covid-19;
Lo stesso giorno, il 30 gennaio 2021, il mio medico di base effettua la segnalazione ad Asl 5;
nonostante i ripetuti tentativi di contatto, telefonando a tutti i numeri dell’Igiene e Sanità Pubblica, i messaggi lasciati alla Segreteria dei diversi Uffici, le mail Pec (con tanto di ricevuta di accettazione) inviate agli indirizzi di posta elettronica certificata di Asl 5, Alisa, Igiene e Sanità Pubblica Asl5, alle mail di Regione Liguria e Urp di Asl 5, non vengo mai richiamato per effettuale il tampone;
il 7 gennaio finalmente ricevo una telefonata in cui mi viene detto di recarmi l’indomani presso la sede Drive Through Palasport della Spezia;
sabato 8 gennaio effettuo Tampone Molecolare;
domenica 9 gennaio ho l’esito del tampone che, purtroppo, decorsi così tanti giorni (10 per la precisione) dà esito negativo. Quindi io per Asl non sono mai stato ammalato.
Il giorno 10 gennaio mi reco presso un Centro di Analisi, con richiesta del medico, per eseguire le analisi del sangue con test sierologico il cui esito testimonia l’infezione da Covid-19.
Il 24 gennaio finalmente l’Ufficio di Igiene e Sanità Pubblica – Asl 5 mi risponde giustificando il ritardo a causa dell’elevato numero di contagi e spiegando che “attualmente le disposizioni ministeriali e regionali non consentono di porre diagnosi da SARS COV 2 a seguito di positività a test antigenico autosomministrato e/o test sierologico”.
Il giorno 25 gennaio mi sarei dovuto sottoporre alla vaccinazione con terza dose, che ho dovuto disdire in quanto la presenza di anticorpi risultava essere troppo elevata e attendendo risposte da qualcuno… risposte che però non sono mai arrivate.
Io, come tanti altri, sono rimasto incastrato in una bolla burocratica che non mi riconosce come guarito da Covid perché, di fatto, manca il tampone di apertura della pratica di malattia. Il mancato o il ritardato tracciamento della positività non permette ai medici di base di poter inserire a sistema l’avvenuto contagio. In questo modo io non potrò beneficiare di un Green Pass aggiornato, rimandando il vaccino, perché una persona guarita da Covid deve attendere 4 mesi prima di sottoporsi a vaccinazione.
In attesa di risposte e responsabilità che nessuno sembra voler prendersi, ci sono decine di persone nella mia stessa situazione che il 1° febbraio dovranno recarsi al lavoro e utilizzare i mezzi di trasporto esibendo il Green Pass mai arrivato”.

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