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I dati di uno studio condotto da confartigianato

Neet, la Liguria con il 20% è prima regione del Nord. Carozza: “Dai giovani scarso interesse per i corsi di formazione”

La percntuale di Neet in Liguria e il confronto con le altre regioni d'Italia

Il fenomeno è presente da anni, ma negli ultimi tempi la sua diffusione è a dir poco preoccupante. Parliamo dei Neet (Not in education, employment or training), la sempre più numerosa platea di quanti, soprattutto tra i giovani, hanno concluso o interrotto gli studi, non hanno un lavoro e non stanno formandosi per trovarne uno. Con gli accenni di ripresa che si registravano prima dell’esplosione della pandemia era già ben percepibile l’assenza di disoccupati interessati a mettersi in gioco per agguantare un impiego, ma la situazione è riuscita a peggiorare ulteriormente negli ultimi due anni, anche a causa del senso di precarietà e sbandamento che ha pervaso tutte le fasce d’età della società. E mentre le istituzioni e gli enti di formazione propongono sempre più corsi e percorsi di formazione (spesso gratuiti o a costi contenuti), alla chiusura dei termini per le iscrizioni quasi sempre le liste dei partecipanti sono drasticamente inferiori alle aspettative e alla soglia minima per dare il via alle lezioni. Sono saliti a 1,4 milioni i giovani under 30 (15,7%) in Italia che non si formano e non cercano lavoro. Ma in Liguria le cose vanno anche peggio.
Un recente approfondimento di Confartigianato lancia l’allarme: con il 20,1% degli under 30 classificabili come Neet la Liguria è la regione peggiore del Nord Italia.

Carozza: “Carenza di iscrizioni anche ai corsi che potrebbero offrire opportunità lavorative”
“Il problema è allarmante – commenta Nicola Carozza, responsabile categorie di Confartigianato – e anche come comunità dobbiamo interrogarci seriamente e capire come invertire la tendenza. In questi giorni Confartigianato sta promuovendo due interessanti corsi di formazione, uno per “Cameriere di sala” di 30 ore e l’altro per “Operatore professionale del turismo digitale” di 60 ore, entrambi danno la possibilità di avere un attestato ed entrare nel mercato del lavoro. A oggi purtroppo riscontriamo scarso interesse nei giovani e pochissime iscrizioni ai corsi. Così da un lato le imprese ci inviano continue richieste di personale da assumere e dall’altro non abbiamo nessun curriculum di giovani adeguatamente formati da proporre”.

Le regioni
In chiave territoriale la quota di Neet più elevata della media si riscontra in sette regioni del Mezzogiorno: Sicilia con 37,5%, Calabria con 34,6%, Campania con 34,5%, Puglia con 29,4%, Molise con 28,3%, Basilicata con 26,3% e Sardegna con 26,1%. Seguono il Lazio con 22,4%, prima regione del Centro, Abruzzo con 20,7%, Liguria con 20,1% prima regione del Nord, Piemonte con 18,8% e Umbria con 18,7%. Quote contenute per Emilia-Romagna con 15,9%, Veneto con 14,7%, Provincia Autonoma Trento con 14,6% Friuli-Venezia Giulia con 13,6% e Provincia Autonoma Bolzano, con il tasso più basso, pari al 12,4%.

Il confronto con i Paesi europei
L’approfondimento di Confartigianato mette poi a confronto i Paesi dell’Unione europea: si osserva un’ampia variabilità nei tassi di Neet. Nel 2020, per le persone di età compresa tra 15 e 29 anni, l’incidenza di soggetti non occupati (disoccupati o inattivi, al di fuori della forza lavoro) e non inseriti in un percorso formativo e di istruzione risulta più contenuta nei Paesi Bassi (5,7%), in Svezia (7,2%), in Lussemburgo (7,7%) e Germania (8,6%). Sono undici gli Stati membri che hanno registrato tassi di Neet superiori alla media Ue del 13,7%. Tra questi, la quota più elevata di giovani di età compresa tra 15 e 29 anni né occupati né iscritti a corsi di istruzione e formazione si registra in Italia (23,3%) davanti a Grecia (18,7%), Bulgaria (18,1%) e Spagna (17,3%). Nell’anno della pandemia, con gli effetti del lockdown sul mercato del lavoro, la presenza dei Neet torna a salire, dopo una costante riduzione tra il 2014 e il 2019.

Il segmento più critico: i Neet inattivi
Entrando nel dettaglio dell’analisi sui tassi Neet per condizione professionale, si evidenzia che in Italia il 15,7% dei giovani fino a 29 anni oltre a non essere né un percorso di istruzione o formazione, non si offre nemmeno sul mercato del lavoro, un tasso quasi doppio dell’8,6% della media Ue e il più alto tra i 27 paesi dell’Unione europea, davanti a Bulgaria (14,7%) e Romania (14,7%). I Neet inattivi rappresentano, in valore assoluto, un segmento consistente della popolazione giovanile, pari, nel 2020, a 1 milione 412mila giovani under 30, saliti di 146 mila unità (+11,6%) rispetto al 2019. Di questi, 707 mila appartengono alla forza lavoro potenziale – somma di coloro che non cercano attivamente un lavoro, ma sono disponibili a lavorare e di coloro che cercano lavoro, ma non sono subito disponibili – mentre 704 mila non cercano e non sono disponibili al lavoro.

Il quaderno della Fondazione Germozzi
La formazione dei giovani è un aspetto sul quale si gioca il futuro del Paese ed è tra i temi che stanno più a cuore a Confartigianato. Per questo la Fondazione Germozzi ha dedicato il primo ‘Quaderno’ della omonima collana proprio all’emergenza educativa in Italia. Un titolo che contiene una provocazione, come ha spiegato il professor Giulio Sapelli, presidente della Fondazione Germozzi.

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