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Manifestazione in piazza mentana il 28 gennaio dalle 10

Nursind: “Scioperiamo per migliorare le condizioni di assistenza per tutti”

Assunta Chiocca: "Non chiediamo uguaglianza, ma equità. No vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello  che già vivono e non per colpa nostra". 

Assunta Chiocca

Sarà Piazza Mentana a ospitare lo sciopero indetto dal sindacato Nursind il prossimo 28 gennaio alle 10. La responsabile sindacale Assunta Chiocca in una lunga lettera rivolta ai cittadini, alle associazioni e alla politica le motivazioni dello scioperò nel corso del quale gli infermieri incroceranno le braccia per 24 ore.

Il testo della lettera

“La presente per raccontare a tutti, i motivi che ci porteranno a scioperare il prossimo 28  gennaio. 

Confidiamo nel fatto che, chi da sempre ha apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro possa condividere le ragioni della nostra protesta.  

È dunque proprio ai cittadini alle associazioni e alla politica  locale che chiediamo un gesto di solidarietà,  perché migliorare le nostre condizioni di lavoro significa migliorare l’assistenza per tutti. 

Il governo Draghi, non ha ritenuto opportuno riconoscere il nostro valore professionale. Dopo 24 mesi di lavoro in prima linea, ciò che ferisce di più è l’atto di cattiveria gratuita di questo governo che ha consapevolmente deciso di negare l’erogazione delle risorse  economiche già stanziate a dicembre 2020 agli infermieri, ostetriche, Oss e professionisti sanitari tutti. Nessun, se pur piccolo e meritato, segnale di attenzione e  vicinanza al personale del comparto sanità che si sta sacrificando per salvare il Paese.

Ci hanno chiamati eroi e angeli perché, in spregio del pericolo, abbiamo resistito combattendo una malattia all’inizio sconosciuta, molto contagiosa e che ha mietuto molte vittime. Anche gli infermieri hanno pagato il loro tributo in termini di vite umane: con 90 morti e più di135.000 contagiati (nell’ultimo mese più di8.000). Siamo la   categoria di lavoratori più colpita dal virus. Abbiamo assistito malati Covid e allo stesso tempo, purtroppo, per molti di loro siamo stati le ultime persone che hanno visto prima di morire. Siamo i professionisti dell’assistenza infermieristica, non siamo dei missionari. Per fare questo lavoro non basta la buona volontà. I cittadini che vengono assistiti da noi pretendono cure qualificate ed esiti positivi, non accettano errori o complicanze fatali. Gli infermieri rispondono davanti al giudice, spesso anche perché una inefficiente organizzazione del lavoro li porta all’errore. 

Le condizioni di lavoro non lasciano vivere: infermieri 24oresu24 e sempre in carenza. Da due anni facciamo ferie a singhiozzo, per metà dell’anno sono bloccate. Non ci siamo mai fermati se non quando ci siamo ammalati. Per noi non è mai esistito il lockdown: per mesi non abbiamo visto i nostri figli, le nostre famiglie per paura di contagiarle. Abbiamo visto la morte in faccia e abbiamo avuto paura, ma siamo andati al lavoro nonostante tutto. Lavoriamo sempre sotto organico. La carenza infermieristica, d’altronde, è ormai cronica perché la politica ha sempre preferito tagliare sulla spesa del personale, nonostante da più parti (perfino dalla Corte de Conti) giungesse l’allarme della non sostenibilità del sistema. 

Il sistema, infatti, ha ceduto alla prima occasione di sovraccarico di richieste e le  conseguenze dei taglisono ricadute sui cittadini e sugli infermieri a cui, ancora una volta, è stato chiesto di compensare le carenze dovute alle mancate assunzioni prima e alla penuria di infermieri nel mercato del lavoro poi. 

Un deficit di personale che, anziché ridursi con il passare degli anni, aumenta. 

Gli infermieri italiani hanno gli stipendi tra i più bassi d’Europa. La nostra professione  è così svalutata che sono pochi a volerla intraprendere e sono molti invece quelli che si  sono stancati e quelli che l’hanno lasciano. Gli infermieri subiscono quotidianamente aggressioni e il loro, non è riconosciuto come lavoro usurante. 

Se non ora quando? Al “governo dei migliori” evidentemente non interessa quello che gli infermieri stanno subendo e quanto sacrificio si chiede loro. Non si è visto nessun segnale di attenzione e vicinanza per gli sforzi che stiamo facendo. Anzi, ci è stato negato anche il dovuto – già stanziato – e cioè l’indennità di specificità. Uno schiaffo per chi ogni giorno sacrifica se stesso per permettere al Paese di stare in piedi. 

Di fronte a questa sordità vogliamo manifestare il nostro diritto ad essere trattati per quello che valiamo. Non tutte le professioni e non tutti i lavori sono uguali. Non chiediamo uguaglianza, ma equità. No vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello  che già vivono e non per colpa nostra. 

Lottiamo, prima che sia troppo tardi, per dare ancora una assistenza di qualità.  Per tutto questo vi invitiamo sostenerci e a partecipare alla manifestazione che si terrà il  28 gennaio 2022 a partire dalle ore 10.00 in la Spezia: Piazza Mentana e a voler portare il  vostro contributo e la vostra solidarietà nella forma che riterrete opportuna e al quale  saremo lieti di dare spazio”. 

 

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