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4 ore e mezza di seduta

Caso Frijia in Consiglio comunale: “Non c’è incompatibilità”. Volano stracci sul cambio di siero per il figlio del sindaco

Comune della Spezia

Inizio e fine del Consiglio comunale di ieri sera, a distanza di oltre 4 ore e mezza, hanno visto il dibattito accendersi sulle vicende che nei giorni scorsi hanno agitato le acque a Palazzo civico, vedendo coinvolti dapprima l’assessore al Turismo Maria Grazia Frijia e poi il sindaco Pierluigi Peracchini. Sulla condanna dell’esponente di Fratelli d’Italia da parte della Corte dei conti dei giorni scorsi si sono susseguiti il question time e una mozione urgente, mentre il cambio di vaccino ottenuto dal figlio del sindaco è stata una vicenda che ha caratterizzato la discussione solo a tratti, non essendo stata inserita all’ordine del giorno, e che ha portato il primo cittadino a sventolare lo spettro della querela. Da tempo il binomio politica e giustizia non compariva con tanti risvolti in Piazza Europa. E francamente non se n’era sentita la mancanza.

A inizio seduta il capogruppo di Leali a Spezia Guido Melley, per conto dell’opposizione, ha chiesto al sindaco di riferire in merito alla vicenda dell’assessore: “Anche se i fatti sono pregressi – ha spiegato – non possiamo non considerarli e i cittadini chiedono chiarezza, anche per l’onorabilità dell’amministrazione”. “Rassicuro tutti: il segretario generale ha verificato e non ci sono condanne. Quella della Corte dei conti è a carico di un’altra persona e se questa non dovesse pagare l’assessore e altre due persone dovranno pagare in solido. Frijia non aveva ruoli operativi nei fatti, ma solo una piccola quota societaria. Mi pare ci sia un po’ una caccia alle streghe, ma l’assessore lavora bene e avrei preferito averla in giunta anche da prima” (vedi qui la prima parte della seduta).

La risposta del sindaco però non ha convinto la minoranza, che, ritenendola “vaga e per nulla chiarificatoria” ha presentato una mozione urgente sullo stesso tema, chiedendo il ritiro delle deleghe o le dimissioni di Frijia. Ma prima di ritornare sull’argomento, tra una sospensione e un problema tecnico, tra un’attesa e una lite tra il presidente del Consiglio Giulio Guerri e il consigliere totiano Paolo Messuri, la consigliera Federica Pecunia ha chiesto la parola durante il dibattito di una delibera tecnica e, infrangendo il protocollo, ha cercato di parlare delle vicende vaccinali della famiglia Peracchini, lamentando la rigidità del regolamento nelle tempistiche di accoglimento e discussione delle interpellanze. “Il comportamento del sindaco, che ha chiesto e ottenuto che venisse sostituita la marca di siero per il figlio, ha fatto sorgere il dubbio a chi ha ricevuto un determinato vaccino che un altro sia migliore”. La diretta Youtube è diventata in un attimo un vespaio, col sindaco Peracchini che replicava di non aver commesso nessun fatto grave, mentre Pecunia continuava a stigmatizzare le azioni del primo cittadino: “Parliamo di un presidente della Conferenza dei sindaci di Asl, prima autorità provinciale in materia di sanità, che rilascia dichiarazioni che fanno pensare che un vaccino non sia valido. Dopo una breve ricerca Guerri ha silenziato la consigliera citando il comma 2 dell’articolo 49 del regolamento: “l’intervento deve riguardare unicamente la materia in esame”. “Ma ho diritto di chiedere se il sindaco ha utilizzato il suo ruolo, se ha avuto interlocuzione con Asl su questa vicenda!”, ha ribattuto ancora Pecunia, sostenuta da Massimo Caratozzolo, che ha invitato l’opposizione a presentare una mozione urgete per avere risposte dal sindaco: “Ci aspettavamo una spiegazione su una vicenda che è finita con tanta eco sui giornali nazionali”.

Ma i lavori hanno invece riportato verso la vicenda Frijia, con Pecunia a presentare la mozione urgente. “Al netto del rispetto per l’assessore, occorre una presa di posizione trasparente. Siamo di fronte alla nomina di un assessore, che, a differenza di quanto ha detto il sindaco, ha ricevuto una condanna in primo grado e senza ricorso. Per quanto riguarda il debito in solido – ha sostenuto la consigliera di Italia viva – potrebbe essere chiesto a chiunque, altrimenti sarebbe debito in sussidiaria. Forse il sindaco non era molto preparato nel dare la risposta al question time: ha eretto una barricata, più che dare una vera rappresentazione dei fatti. Il giudizio personale sull’assessore non è in discussione, ma c’è un giudizio politico amministrativo da considerare. E una condanna per danno erariale non può essere soprasseduta e liquidata da un sindaco con una risposta di quattro righe, come d’abitudine. Noi attendiamo gli atti, ma c’è un obbligo di trasparenza da parte di chi governa, che manca da anni”.

Per Emanuele Corbani, però, la risposta del sindaco è stata semplice e lineare e ha chiesto al segretario generale Sergio Camillo Sortino di sintetizzare i fatti. “Abbiamo fatto le verifiche dovute sull’autocertificazione prodotta dall’assessore all’atto della nomina – ha illustrato Sortino – e queste hanno dato esito negativo. Per quanto riguarda il danno erariale, il Tuel parla di incompatibilità se si fa riferimento a fatti commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, e solo se il soggetto non abbia restituito il debito verso la pubblica amministrazione. Dal punto di vista tecnico non sussiste alcuna incompatibilità”, ha chiarito il segretario.

Ma dall’opposizione il consigliere di Avantinsieme Franco Vaira ha spostato la discussione sul fronte morale: “Sarebbe stato bene, non appena è apparsa la notizia sui giornali, che assessore e sindaco si fossero espressi in merito, chiarendo tutta la questione. Così avrebbero dato l’esempio, anche di moralità”.

“In questo Paese c’è bisogno di trasparenza: ho chiesto gli atti relativi alla nomina dell’assessore, ma penso anche che sia necessario un passaggio in commissione Controllo e garanzia, per poter avere il contraddittorio con sindaco, segretario e assessore”, ha detto Caratozzolo, tornando poi un attimo sul caso Peracchini. “Credo non sia grave dal punto di vista legale, ma lo è dal punto di vista etico, avendo avuto un trattamento di favore in materia sanitaria”. “E’ falso! La querelo! Stia all’ordine del giorno, che il presidente si è addormentato”, ha sbottato il primo cittadino, lanciando una frecciatina a Guerri, che con l’avvicinarsi al voto sembra sempre più avulso dalle dinamiche della maggioranza.

Quando le minacce di azioni legali si sono sopite e i toni sono rientrati nell’alveo dell’accettabilità Melley ha sostenuto che ” senza prescrizione saremmo di fronte a una incompatibilità”, ma che la mozione voleva andare oltre ai “cavilli, badando anche alla sostanza”. “Gli amministratori pubblici devono essere senza ombre per rispettare l’onorabilità del Comune”.
Tesi confutate in toto da Messuri che si è detto basito per l’interpretazione della giustizia da parte della minoranza, la cui azione è stata bollata come subdola, sostenendo di non voler colpire sul piano personale una persona che non deve rispondere di nessun illecito. “Non siete giustizialisti? Lo siete eccome: non esistono sentenze di assoluzione, come scrivete voi, perché siamo tutti innocenti sino a prova contraria: se non fosse sopravvenuta la prescrizione, Frijia sarebbe comunque innocente. E questo non è un cavillo. E’ una questione di opportunità politica? Se non seguissimo le regole che ci siamo dati in maniera precisa daremmo in mano alla magistratura la possibilità di sovvertire i consigli comunali e il parlamento”.

“Quale onorabilità chiedete? Mi pare che ci siano in Val di Vara sindaci di centrosinistra indagati o condannati, ma non si parla di onorabilità. Inoltre dire che se non ci fosse stata la prescrizione saremmo di fronte a incompatibilità – ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Sauro Manucci – è proprio una brutta pagina per questo Consiglio. Al momento della nomina Maria Grazia, alla quale va tutta la mia solidarietà, non doveva dichiarare proprio niente”.

L’ultima parola, prima della bocciatura della mozione da parte della maggioranza, è tornata al sindaco Peracchini: “L’assessore nel 2005 non era socia di quella società: quello che è stato detto è falso. L’assessore non è chiamata a rispondere direttamente del debito. E poi parlano persone che non si sono accorte di 550 milioni di debiti di Acam e che Atc era in condizioni disastrose: queste sono le aziende amministrate da voi…” (clicca qui per vedere la seconda parte della seduta).

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