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Chiesto un incontro col sindaco

La Mutuo soccorso: “Un nuovo molo accanto al Varicella? Marola non starà a guardare”

La portaerei Cavour ormeggiata al molo Varicella

Ogni volta che si parla di Arsenale a Marola si drizzano le antenne.

Ma le parole dell’Ammiraglio Credendino riportate da alcuni giornali ci hanno fatto saltare dalla sedia.

Oggi abbiamo appreso dai giornali che la Marina avrebbe l’intenzione di costruire un altro pontile davanti al paese di Marola. Questi progetti vanno avanti da anni, ma ogni volta creano tensione e rabbia nella borgata. Vorremmo ricordare alla politica che questo paese viveva col mare e d’improvviso ne è stato mutilato, ha subito lo spostamento del cimitero, la perdita della sua chiesa, ma soprattutto gli è stata tolta la cosa che solo quelli che amano il mare possono capire: il rapporto della borgata con il suo elemento fondativo, appunto il suo mare. Quella mutilazione era stata barattata con l’occupazione di circa 12.000 dipendenti nello stabilimento. Ma oggi non è più così.

Farsi forti di 600, come sembra, dipendenti civili è un’offesa all’intera città. La Marina fa il suo lavoro e porta avanti i suoi progetti, ma tutta la classe politica che si è succeduta in città, tutti gli onorevoli, ministri e sottosegretari, pur partendo dal nostro territorio, una volta a Roma si sono dimostrati totalmente inadeguati e privi di una minima visione di sviluppo sul futuro di questa città.

Ci chiediamo perché da noi politica e società civile insieme, unendo le forze, non riescano a portare avanti istanze a beneficio della propria comunità, come invece è avvenuto, ad esempio, a Taranto.

Ci chiediamo perché nessuno abbia mai pensato di avviare una discussione con le popolazioni più interessate.

Ci chiediamo che fine farà l’area di 6.000 metri quadri in concessione che doveva esserci consegnata dopo lo scorso settembre nel giro di poche settimane.

Ci chiediamo che fine farà il porticciolo di San Vito che è l’unico misero residuo di mare che ci rimane.

Ma ci chiediamo anche, visto che “saranno riqualificate le vasche in galleria per il deposito dei carburanti navali” perché sempre Marola debba pagare uno scotto così alto in termini di degrado ambientale.

Un deposito di carburanti sotto una zona abitata, con quali garanzie sulla sicurezza? Non crede la Marina Militare che abbiamo il diritto di sapere cosa succederà sotto le nostre case? E Cadimare cosa ne pensa? I depositi di carburanti arrivano fin sotto la sua Costa.

Oltre il muro che abbiamo davanti vediamo bene cosa c’è: navi in disarmo per anni lasciate a decomporsi davanti al paese.

Degrado e abbandono dentro le vasche di San Vito, ridotte a deposito di chiatte rugginose che lì affondano, obbligando la MMI a stendere barriere antiinquinamento.

Per non parlare delle bonifiche sui tetti di amianto sempre promesse ma ancora mai nemmeno cominciate.

E tutti sembrano essersi dimenticati del “campo in ferro”, una bomba ecologica pronta ad esplodere nel Golfo dei Poeti”, l’ha definita l’’ingegner Boeri solo un anno fa, “perché con il tempo possono corrodersi i contenitori delle sostanze inquinanti lì sepolti, fino a causare il rilascio di nafte, vernici e amianto, che potrebbero finire in mare”.

Alla faccia della “grande attenzione all’ambiente e all’ecologia” citate dall’Ammiraglio Credendino, e di tutta la transizione green di cui ci si è riempiti la bocca durante Seafuture.

Intanto una cosa deve essere chiara: questa volta non si accetterà di subire scelte dall’alto senza un serio processo partecipativo. Anche Marola ha il diritto di portare proposte e richieste che devono essere ascoltate.

Per questo chiediamo un incontro urgente con il sindaco, affinché ci esponga ciò che abbiamo il diritto di sapere, e alla politica tutta di non accontentarsi di poco, ma di essere al nostro fianco in questa battaglia che riguarda il futuro di tutta la città, non solo quello del nostro paese”.

 

Società Popolare di Mutuo Soccorso ad oggi registrata come “APS Popolare Marola

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