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Rsu: “Leonardo prosegue sulla decisione di vendere Sistemi Difesa al solo scopo di fare cassa”

"Avanti con lo stato di agitazione".

Oto Melara

“Il 22 dicembre 2021 l’A.D. di Leonardo Alessandro Profumo ha effettuato un’audizione presso la commissione difesa della Camera, dove ha chiaramente affermato di proseguire con la vendita della Business unit Sistemi di Difesa. Smentita quindi la dichiarazione dell’azienda che, poche settimane prima, durante un incontro ufficiale, aveva affermato l’intenzione di andare verso una collaborazione con altri player che avrebbe scongiurato la cessione. Motivo della vendita è la scelta di Leonardo (a nostro avviso profondamente sbagliata) di non investire sul settore Sistemi di Difesa, focalizzandosi sugli altri settori, elettronica in primis, con l’intento di acquisire una posizione di rilievo in ambito europeo o cercando di rilanciare settori fortemente in crisi come è stato dimostrato nell’accordo appena siglato per la divisione aerostrutture”. Si apre così la nota congiunta diffusa dalle RSU Leonardo BU Sistemi di Difesa dei siti della Spezia, di Livorno, di Brescia e di Pozzuoli. “Troviamo singolare – prosegue la nota delle RSU – che si scelga di cedere un settore che produce utili e dove è un fatto concreto la leadership mondiale nelle linee di prodotto Sistemi Navali 76/62, 127/64, Munizionamento Guidato, Siluri e sistemi Underwater, con il posizionamento tra i primi costruttori mondiali nel settore terrestre. A fronte della indiscussa capacità di progettare, costruire, vendere e mantenere Sistemi di eccellenza e soprattutto di produrre utili, si sceglie di investire in settori dove gli obiettivi non sono così facili da raggiungere, sia in termini di leadership, sia in termini di sostenibilità economica e finanziaria producendo ricavi per l’azienda. Investimenti su obiettivi che hanno un orizzonte temporale lungo e senza certezza alcuna della riuscita dei progetti finanziati (si pensi ad es. all’acquisto del 25% di Hensoldt al doppio del valore di mercato)”.

“L’A.D. – proseguono le RSU – ha ufficialmente confermato la presentazione di offerte non vincolanti di Fincantieri e del consorzio franco-tedesco KNDS. Il prossimo passo sarà la presentazione, da parte dei due soggetti interessati, di una offerta vincolante. Tale offerta si dovrebbe concretizzare in tempi brevi, presumibilmente entro il mese di febbraio, come confermato dall’A.D. in audizione. Leonardo prosegue quindi sulla decisione di vendere la BU Sistemi di Difesa al miglior offerente al solo scopo di fare cassa. Ignorando la necessità che l’industria della Difesa rimanga sotto il controllo dello Stato Italiano attraverso una importante quota di partecipazione azionaria. Riteniamo preoccupante l’affermazione dell’A.D. sul fatto che l’azionista (ovvero il governo) condivida le azioni messe in campo da Leonardo. Il Sindacato da subito ha denunciato il danno incalcolabile per il Paese che deriverebbe dalla vendita della nostra Business unit, perché significherebbe cedere tecnologie e know-how strategici per la nostra Difesa che da un lato porterebbe a possibili ricadute negative sui posti di lavoro e sulla valorizzazione dell’industria italiana e dall’altro all’uscita definitiva del Paese dagli scenari europei in questi ambiti, perdendo il ruolo di primo piano che oggi l’Italia potrebbe avere grazie all’eccellenza che Oto Melara e Wass esprimono a livello europeo e mondiale nei loro settori di business. L’Italia non avrebbe più nessuna possibilità di presentarsi come player nella fase di consolidamento dell’industria della difesa europea sia in campo terrestre che navale. Mentre è stato escluso lo spacchettamento tra linee navale e terrestre, non è stata esclusa la possibilità di dividere la ex Oto Melara dalla ex Wass”.

“A nostro giudizio – prosegue la nota – è un errore, in quanto il processo di integrazione tra le due aziende è compiuto da tempo e garantisce una ampia gamma di prodotto e una massa critica adeguata per poter competere sui mercati. La BU Sistemi di Difesa ha ottenuto risultati eccellenti perché si è riusciti a unire quattro siti con le proprie peculiarità, i propri prodotti, le proprie competenze in un’unica realtà. Queste caratteristiche devono essere mantenute, sia in termini di competenze specifiche, sia in termini di organici e di mantenimento dei siti. Rimangono quindi in essere tutte le preoccupazioni espresse fin da subito per questa vendita. Il possibile acquirente avrebbe diversi vantaggi: da una parte l’eliminazione di un concorrente nel settore terrestre per avere campo sgombro sulle prossime commesse (stimate in circa 2 miliardi di euro) con l’Esercito Italiano per la sostituzione di tutti i mezzi cingolati, dall’altra l’acquisizione della proprietà delle tecnologie dove Oto Melara e Wass sono leader indiscussi (Navale, Underwater e munizionamento guidato). Tutta la stampa e l’opinione pubblica si sono espresse in merito all’errore madornale che farebbe il Paese a cedere un asset altamente strategico come quello del settore Sistemi di Difesa. Tutte le forze politiche e i Ministri interessati hanno concordato sull’esigenza di ricercare soluzioni che garantiscano il mantenimento di questi asset strategici per il paese Italia, portando il Ministro della Difesa a dichiarare che è necessario ‘lavorare al mantenimento di un presidio nazionale aperto ad una dimensione di cooperazione industriale europea’. Come Sindacato richiamiamo i Ministri interessati al rispetto di quanto espresso pubblicamente, ritenendo che il concetto di presidio nazionale non debba essere limitato al mantenimento dell’organico e dei siti produttivi in Italia, ma che vi sia la garanzia di presenza dello Stato italiano nella proprietà ed il mantenimento delle competenze e delle capacità progettuali nel nostro Paese. Continuiamo invece a riscontrare che le azioni messe in campo da Leonardo sono e rimangono quelle propedeutiche ad una vendita e non ad altre soluzioni (consorzi, JV, partnership) che richiedono investimenti da parte dell’azionista”.

Le RSU di La Spezia, Livorno, Pozzuoli e Brescia “auspicano che gli impegni manifestati dai tre Ministeri interessati (Difesa, MISE e MEF) abbiano un riscontro su Leonardo, evitando sia lo spacchettamento sia la vendita senza la garanzia di un’autonomia decisionale sulla politica industriale e gestionale di Oto Melara e Wass. In caso contrario auspichiamo l’utilizzo dello strumento della Golden Power. Il Sindacato ha intenzione di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda pertanto ha già programmato un percorso di azioni che prevedono la calendarizzazione di un nuovo incontro di aggiornamento con alcuni parlamentari del territorio, assemblee con i lavoratori e altre iniziative locali con il coinvolgimento delle Segreterie territoriali FIM, FIOM e UILM. I lavoratori della BU Sistemi di Difesa non accetteranno vendite che non garantiscano il mantenimento di livelli occupazionali degli asset a livello nazionale e dell’autonomia dell’Azienda e continueranno a mettere in atto tutte le iniziative atte a sostenere questa vertenza. Le RSU della Business unit Sistemi di Difesa pertanto mantengono lo stato di agitazione”, conclude la nota.

 

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