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Il 28 gennaio infermieri in sciopero

Riccio (Nursind): “Non vedevamo tumori così alla Spezia da vent’anni”

"Oggi ci troviamo ad avere a che fare con tumori che non vedevamo da vent'anni. Da quando la tecnologia ci ha messo in condizione di prenderli per tempo. Ora in ASL5 invece si opera solo per casi gravi, per il resto è tutto fermo". E' la testimonianza di Donatella Riccio, infermiera e rappresentante del sindacato Nursind della Spezia.

Donatella Riccio

“Oggi ci troviamo ad avere a che fare con tumori che non vedevamo da vent’anni. Da quando la tecnologia ci ha messo in condizione di prenderli per tempo. Ora in ASL5 invece si opera solo per casi gravi, per il resto è tutto fermo”. E’ la testimonianza di Donatella Riccio, infermiera e rappresentante del sindacato Nursind della Spezia. Intervenuta all’appuntamento organizzato dal Manifesto per la sanità locale per parlare del nuovo Felettino, ha tracciato un quadro drammatico dello spirito e delle prospettive che vivono gli operatori sanitari dell’azienda sanitaria spezzina.

“Il personale, dopo la prima fase Covid in cui era stato chiamato ad affrontare il virus, è stato successivamente ricollocato nei reparti dov’era in precedenza. Ma manca programmazione e quindi, quando c’è un problema da affrontare, si tagliano i servizi. Abbiamo una quantità di tumori non operati, ormai facciamo interventi solo per casi gravi, come una perforazione intestinale. Operiamo quando la malattia è già avanzata, pregiudicando la qualità della vita del paziente”.

Un appello accorato di fronte a molti amministratori del territorio, da Lerici a Vezzano Liguria, da Santo Stefano Magra a Bolano. “Ai vostri cittadini vengono tolti dei servizi e nessuno reagisce – dice Riccio -. Per me questo è incredibile! E’ incredibile che solo gli infermieri vadano dal prefetto a protestare”. Anche per questo il prossimo 28 gennaio gli infermieri di Nursind La Spezia incroceranno le braccia insieme al resto dei loro colleghi delle altre sezioni.

In merito alla costruzione del Nuovo Felettino, Riccio sottolinea come la stessa idea sottesa al nosocomio sia ormai vecchia. “Con la digitalizzazione bastano un medico e quattro infermieri per servire un grande numero di pazienti. La telemedicina è una realtà già oggi. Serve un grande ospedale? No. Serve una struttura giusta nelle dimensioni, che non indebiti cittadini ed azienda sanitaria nella sua costruzione. Così si risolve anche il problema del personale, che è un aspetto serio. Le altre regioni hanno tutte forme di assistenza territoriale legata alle nuove tecnologie. In cinque hanno organizzato un servizio adeguati, altri territori hanno servizi al 30% o 40%. La Liguria invece è a zero: non ha nessun sistema di informatizzazione.”

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