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I pacifisti spezzini: “Sequestrato in Senegal carico di munizioni italiane imbarcato alla Spezia. Dogane e Adsp chiariscano subito”

La nave cargo Eolika
La nave cargo Eolika (foto: vesselfinder.com)

“Ci uniamo alla richieste di Rete Italiana Pace e Disarmo, dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) e dell’associazione Weapon Watch e chiediamo all’Agenzia della Dogane, alla Capitaneria di Porto e all’Autorità Portuale della Spezia di fare immediatamente chiarezza e rendere note tutte le informazioni necessarie riguardo al carico di munizioni di produzione italiane imbarcate nel porto della Spezia che sono state sequestrate in Senegal”. Lo affermano in una nota i pacifisti spezzini che aderiscono alle associazioni Accademia Apuana della Pace, Acli, Arci, Archivi della Resistenza-Circolo Bassignani, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione Amici di Padre Damarco, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Cittadinanzattiva, Comitato Acquabenecomune, Gruppo di Azione Nonviolenta, Legambiente, Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Brescia), Rifondazione Comunista e Weapon Watch (Genova).

“La Rete Italiana Pace e Disarmo, l’Osservatorio OPAL e Weapon Watch hanno reso noto con un comunicato la notizia proveniente da Dakar relativa al sequestro da parte della Direzione Generale della Dogana senegalese di tre container contenenti munizioni di tipo militare prodotte dall’azienda Fiocchi di Lecco e del conseguente arresto del capitano della nave e dell’equipaggio. Secondo le prime informazioni – proseguono i pacifisti – il carico avrebbe un valore stimato di circa 5 milioni di euro ed era a bordo della nave-cargo Eolika, battente bandiera della Guyana, proveniente dal porto di La Spezia, da cui è salpata il 2 dicembre, diretta nella Repubblica Dominicana. La produzione italiana delle munizioni sarebbe comprovata dalle immagini del sequestro che mostrano diversi scatoloni con il logo della Fiocchi. Chiediamo innanzitutto all’Agenzia delle Dogane della Spezia di rendere noto se le munizioni ritrovate sulla nave-cargo Eolika siano state esportate dall’Italia sulla base della necessaria autorizzazione rilasciata dall’Autorità nazionale UAMA (Unità per le autorizzazioni materiali  d’armamento) e di esplicitare tipologia, quantità, valore e soprattutto il Paese destinatario finale (end user) del carico di munizioni. E’ infatti nota la prassi di navi che si fermano in prossimità delle coste di un paese per sbarcare materiali su natanti locali per traffici illeciti.
Chiediamo inoltre alla Capitaneria di Porto e all’Autorità Portuale della Spezia di rendere noto se il carico di munizioni fosse provvisto di tutta la documentazione richiesta della legge e siano stati effettuati tutti i controlli previsti”.

“La nave-cargo Eolika era diretta nella Repubblica Dominicana, ma da un’indagine dell’Osservatorio OPAL sulle Relazioni governative non risultano negli anni dal 2018 a 2020 autorizzazioni all’esportazione di munizionamento militare dall’Italia per il paese centroamericano. Tuttavia le licenze potrebbero essere state rilasciate lo scorso anno e per questo è necessario che UAMA e l’Agenzia della Dogane facciano chiarezza. Sarebbe davvero molto grave se le varie autorità nazionali italiane e della Spezia non avessero provveduto ad ottemperare tutte le norme di controllo previste: ci troveremmo di fronte ad un traffico illecito di munizioni che vedrebbe implicata non solo una delle più note aziende italiane, ma le stesse autorità nazionali italiane e locali”, concludono i pacifisti.

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