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Dubbi sul tunnel sotterraneo

Calata Paita a due marce. Nelle prossime settimane due strade per dare forma al futuro

Entro una quindicina di giorni la conferenza dei servizi si esprimerà sul progetto di Studio Fabrica presentato dall'Autorità di sistema portuale. Il 22 febbraio scadono i termini per partecipare all'indagine di mercato per cercare investitori per l'intera area di 41mila metri quadrati.

L’antipasto di waterfront in Calata Paita e le altre opere che vedono o avrebbero dovuto veder coinvolta l’Autorità di sistema portuale sono stati passati ai raggi X questo pomeriggio dalla terza commissione consiliare. Sono arrivati conferme e spunti interessanti, per esempio riguardo all’ipotesi di un tunnel subacqueo per le auto parallelo a Viale Italia, soluzione sulla quale sono sorti nuovi dubbi. Per quanto riguarda l’allestimento dei 5mila metri quadrati che saranno ricavati tra la Canottieri Velocior e il Circolo Velico da una parte e i container dall’altra è stato invece ribadito che si tratterà di un intervento provvisorio, completamente a carico dell’Authority, che lo ha proposto a Palazzo civico per andare incontro alle esigenze della città.

Ospiti del presidente Fabio Cenerini e dei commissari erano il numero uno di Via del Molo, Mario Sommariva, e il segretario generale Francesco Di Sarcina. Sono stati loro a rispondere alle domande dei commissari, primo fra tutti Guido Melley, autore della richiesta di audizione.
“In Calata Paita sta avvenendo quello che prevede l’accordo siglato il 23 luglio con Lsct: da un lato sblocco investimenti privati del terminalista e dall’altro restituzione di 41mila metri quadrati alla città. Si inizia con il riuso dei primi 5mila metri quadrati, una proposta del sottoscritto – ha chiarito Sommariva – visto che dopo tanti anni credevo potesse essere utile per la città l’anticipazione della fruizione, che spero possa arrivare entro l’estate. Si tratta di un utilizzo urbano ‘normale’. I render dello Studio Fabrica non sono suggestioni, ma un progetto che sarà a base della gara che verrà bandita nelle prossime settimane”. Stando alle immagini nel piazzale troveranno dunque spazio punti di ristoro, attività sportive, un solarium… Diverso il discorso per l’indagine di mercato lanciata nelle scorse settimane da parte dell’Adsp per raccogliere eventuali manifestazioni di interesse da parte di investitori che intendano realizzare tutte le altre funzioni previste sui 41mila metri quadrati di Calata Paita.

Di Sarcina ha illustrato altri dettagli: “Il progetto dello Studio Fabrica è esecutivo ed è in fase di approvazione in conferenza dei servizi, alla quale partecipa anche il Comune, e poi sarà messo a gara per svolgere i lavori. La rimozione delle opere portuali può procedere anche subito, mentre il costruito attenderà ancora per una o due settimane la fine dell’iter autorizzativo. L’opera completa avrà un costo di 2,5 milioni di euro. Per quanto riguarda il waterfront in senso ampio – ha proseguito il segretario – sarà necessario un ritorno economico per chi investe: questo è un aspetto imprescindibile. Per questo abbiamo lanciato l’indagine: per capire come è percepita l’opportunità da parte del mondo imprenditoriale”.

Marco Raffaelli ha definito il progetto per i 5mila metri quadrati “niente di eclatante, un doppione di quello che la città sta già vivendo in centro” e oltre a sostenere che sarebbe utile ascoltare la città per individuare cosa fare dell’intera Calata Paita, ha chiesto quale fosse la natura del sopralluogo fatto da Robert Platek nella zona. Per Melley il metodo scricchiola perché manca una progettazione complessiva.
“L’area avrà altre funzioni in futuro, infatti non vengono fatti scavi: ci saranno pedane sotto le quali passeranno cavi e servizi. Questa anticipazione ha solo il senso di permette agli spezzini di andare a gustare il nuovo affaccio a mare, senza fare cose ‘eclatanti’. Cose semplici come aree gioco, cinema all’aperto, solarium… poi tutto sarà smontato. È una situazione temporanea. Per questo gli investimenti per gli operatori che aderiranno non saranno infrastrutturali, ma solo allacci e utenze, e ipotizzo concessioni di 4 mesi, in una prima fase. Riguardo al sopralluogo del presidente dello Spezia – ha risposto Sommariva – non c’era solo curiosità, ma forse anche volontà e interesse rispetto al futuro dell’area. Se sarà reale lo scopriremo magari attraverso la procedura della consultazione”.

Franco Vaira ha manifestato preoccupazione per il futuro del porto spezzino, visti gli enormi investimenti che riguarderanno quello di Genova e, in misura minore, quello di Livorno, ma dall’Autorità di sistema sono arrivate rassicurazioni. “Le quote di trasporto su ferro previste per Genova credo siano difficilmente raggiungibili – ha sostenuto il presidente – e anche sul porto spezzino ci sarà un totale di 400 milioni di euro di investimenti. Solo per citarne alcuni ci sono i 22 sul progetto Green ports e 57 sul fondo complementare del Pnrr. Dal punto di vista crocieristico, invece, la garanzia del futuro è l’accordo siglato nel 2018 per la realizzazione della stazione crocieristica. Per il settore oggi i problemi sono altri, e sono legati alla pandemia”.

Rispondendo ancora a Melley, Sommariva e Di Sarcina hanno spiegato che “per l’intera area di Calata Paita le funzioni sono definite dal piano particolareggiato approvato all’epoca del progetto Llavador. L’avviso di consultazione non serve per far decidere il privato, ma per capire se esiste un interesse a fare una valorizzazione in quell’area. Se qualcuno si presenta con un’idea di albergo si vedrà, a patto che il progetto rispetti i parametri previsti dalla pianificazione”.

Spostandosi alla destinazione futura delle risorse stanziate dall’Adsp per il completamento della passerella sopra Viale Italia (progettata dal Comune e bocciata dalla Soprintendenza) il dibattito è finito sulla recente proposta di un tunnel sottomarino per le auto alternativo a Viale Italia, proposto dall’amministrazione comunale. I denari dell’Adsp per i fabbricati presenti sulla banchina Thaon di Revel per ora restano fermi, ha spiegato il segretario Di Sarcina, che poi si è espresso a titolo personale sul tunnel. “Trovo complicato immaginare un tunnel sotto la strada, che anzi potrebbe essere dannoso per la viabilità intorno. La soluzione ipotizzata al di sotto di passeggiata Morin potrebbe essere più interessante  ma la curva dovrebbe essere molto ampia e sarebbero necessarie opere di impermeabilizzazione costose. Servirebbe un beneficio acclarato, e io non lo vedo: il tratto che bypasserebbe il tunnel è limitato e gli accessi creano ingombri in superficie. Bisogna andare al di là delle suggestioni”, ha concluso.

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