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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Quando Lyda Borelli conquistò Gramsci e il Croce di Malta

Lyda Borelli

Seguendo gli antropologi che s’interrogano se l’uomo sia intelligente perché ha le mani o se abbia le mani perché è intelligente, ci possiamo anche chiedere se una qualsiasi attività riscuota successo fra il pubblico perché ha un campione che la rappresenta o se sia per l’avvento di quella disciplina che nasce il campione. Questione di lana caprina, dirai, ma vale anche per il cinema.

La settima arte riscosse subito successo ed attirò il pubblico che rimaneva incantato nel vedere le immagini in movimento, impressionato anche dalla bravura degli interpreti che popolavano il grande lenzuolo bianco e furono subito eletti a beniamini. La fama raccolta dai protagonisti delle pellicole determinò la nascita del mondo parallelo dei divi, le stelle che incrementarono in maniera esponenziale il successo del cinema. Da subito nacquero gli eroi in celluloide, in tutto il mondo, Belpaese compreso.

E qua comincia la storia spezzina di oggi che fino a questo momento è stata trascurata. Ma la premessa era necessaria per introdurre ad una delle protagoniste dello star system cinematografico del primo Novecento: Lyda Borelli di cui un giovane critico teatrale dell’Avanti scrisse, correva l’anno di grazia 1917, che la Lyda era l’artista per eccellenza della film [proprio così] in cui la lingua è il corpo umano.

Ma che c’incastra, dirai ancora, un’emiliana di Reggio con il Golfo? Bene, la nostra Lyda era figlia di attori che giravano l’Italia in tournée e la futura diva fece sentire per la prima volta la sua voce che tanto poi avrebbe entusiasmato il critico del foglio socialista (per la cronaca era Gramsci), proprio alla Spezia martedì 22 marzo 1887. Luogo del primo vagito fu il viale Mazzini dove s’alzava maestoso il Croce di Malta, hôtel riservato alle celebrità.

La Borelli, tuttavia, non nacque lì. Le finanze paterne non potevano permettersi un simile lusso e la Direzione del prestigioso albergo, era sprovvista di capacità divinatorie. Ne fosse stata fornita, son certo che avrebbe all’istante provvisto una camera alla signora Borelli, al secolo Cesira Banti, perché ospitare fra le proprie mura una futura stella che non meritò l’Oscar unicamente perché non l’avevano ancora inventato, avrebbe indubbiamente incrementato il lustro di cui l’hôtel già godeva. Purtroppo, non sapevano ancora leggere nella sfera di cristallo.

Del resto, la celebrità non la dà il luogo dove si viene alla luce. Pensando alla mangiatoia viene da dire che concorrono anche altre doti. La Lyda nacque nella pensione Roma della signora Filomena Andreotti. Fu questo cognome a portar bene alla futura attrice?

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