Come tre anni fa con FrattoX, Antonio Rezza è tornato a incantare, divertire e strattonare il pubblico del Teatro Civico con 7 14 21 28. Oltre un’ora e mezza di fantasia, atletismo e giochi di lingua e linguaggio, per il piacere dei tanti appassionati arrivati al teatro cittadino pronti a godere di un grande performer, creatore di mondi prima ancora che dei personaggi – papà separati, principi claudicanti, operai assordati, spose, sottosegretari ecc. – che questi mondi popolano, in un susseguirsi di stazioni, di episodi che vanno a cercarsi e intrecciarsi. Al fianco del mattatore un guizzante Ivan Bellavista, e a fare (molto più che) da sfondo al tutto, l’habitat realizzato da Flavia Mastrella, storica metà artistica di Rezza – insieme Leoni d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2018. Che dire, stasera doveroso appuntamento in Piazza Mentana per l’ultima replica. Che, come quella di ieri sera (e diversamente da venerdì), mancherà della bestemmia messa in bocca allo stremato padre precario quando il figlio gli chiede, dopo la macchinetta, anche la cioccolata. Questo “l’ordine arrivato dalle alte autorità cittadine – ha spiegato Rezza dal palco fine spettacolo, dopo aver già fatto un inciso nel momento della ‘mutilazione’ -. Io ho detto: va bene, non faccio il pezzo con la bestemmia, altrimenti sarei dovuto andare via e avreste perso lo spettacolo. Ma quanto accaduto è oggettivamente grave, in trentacinque anni non mi era mai successo. Chiedo scusa al Vescovo presente ieri sera. Mi sorprende anche che un vescovo venga a vedere i nostri spettacoli”.
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