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Appelli a fare presto

I riformisti: “Primarie unica soluzione”. Mentre per “La Piazza Comune” non c’è più tempo: “Cambiamo schema”

Comune della Spezia

La politica riscalda i motori in uscita dalla tregua natalizia e la scelta del candidato che sfidi Pierluigi Peracchini per la poltrona di sindaco alle prossime amministrative è l’argomento al centro di tutte le attenzioni. Nel grosso della coalizione di centrosinistra non si registrano sussulti e le frange spingono per accelerare.
L’asse dei riformisti, composta da Avantinsieme, Italia viva, Partito socialista e Più Europa, esce nuovamente allo scoperto, ancora una volta chiedendo che si passi per le consultazioni primarie.

“Siamo convinti, e lo ripetiamo ormai da mesi, che le primarie siano il modo migliore per selezionare il candidato del centrosinistra. Siamo davvero stanchi – e lo sono, ne siamo certi, anche moltissimi concittadini – dei tatticismi, delle polemiche volute da chi, un po’ grottescamente, ripropone un modello perdente come fosse l’unica soluzione in campo, delle surreali discussioni sul perimetro delle alleanze, degli anacronismi di chi pensa più ai veti che ai voti. Veti che risultano davvero insensati: viste le ultime sortite dei redivivi Cinque stelle sarebbe interessante sapere quale parti del nostro programma e dell’attività consiliare non sono ascrivibili alla coalizione di centrosinistra. Queste cose non fanno il bene della città e nulla c’entrano con il futuro degli spezzini”.
Per i riformisti il tempo è quasi finito: “Noi vogliamo vincere le elezioni, con un programma che abbia al centro lo sviluppo e un candidato sindaco scelto dagli elettori del centrosinistra in una competizione aperta e leale nel cui vincitore si possano riconoscere tutti. In quest’ottica chiediamo con rinnovata convinzione le primarie, per uscire da questo impasse. È ora di avanzare alla città una proposta politica vincente e crediamo di aver atteso abbastanza. Se invece si vuol perdere, come è stato per le elezioni regionali, allora non servono né Maradona né Totti, basta un Ugolini qualunque”.

Far presto è anche la richiesta del movimento “La piazza comune”. L’intervento parte da lontano, ma il messaggio è chiaro. “Il 27 ottobre, con il sano ottimismo che ci contraddistingue, abbiamo creato le
condizioni per permettere a “molti” (cittadini, associazioni, partiti) di ragionare attorno ad un progetto ampio, civico, partecipato per il futuro della città. Lo abbiamo fatto senza escludere nessuno: hanno aderito solo partiti dell’area del
centrosinistra, evidentemente gli unici a riconoscersi nei nostri valori fondativi: europeisti, anti-fascisti, progressisti.
Lo abbiamo fatto presentando, in un incontro pubblico e partecipato, un comune denominatore nutrito di proposte e visioni. Non abbiamo chiesto futuri incarichi né promosso una nostra lista civica, o espresso una nostra candidatura: ci muove solo l’autentica passione per l’impegno politico e il futuro di questo territorio. Sono passati due mesi, e il dato certo è che oggi il centro sinistra non ha trovato una soluzione condivisa. Non vediamo un programma né un candidato/a sindaco/a. Le esperienze fallimentari di soluzioni trovate a pochi mesi dal voto, liste messe insieme in maniera raffazzonata, programmi fotocopia che citano tutto per non citare nulla non ci appartengono e non vogliamo farne parte.
Né possiamo stare con chi intende la politica come piccole gelosie e conditio ad excludendum. Passare per le primarie ora, a cinque mesi dal voto, implicherebbe un percorso suicida, che porterebbe ad esprimere solo a poche settimane dal voto un candidato vero, peraltro indebolito da una campagna interna alla sinistra che, la storia ci insegna, spesso si consegna stremato dal fuoco amico alla contesa delle elezioni. È un ultimo appello, il nostro, a definire un imminente percorso per condividere una candidatura che sappia unire senza per questo dover rinunciare a contributi indispensabili di chi è già in campo. La nostra piattaforma è e rimane a disposizione”.
Infine “La Piazza Comune” rilancia: “Perché non pensare, facendo un passo verso la nuova classe dirigente, ad un primo/a cittadino/a fuori dai soliti schemi, che, come abbiamo visto, rischiano di diventare fallimentari?”.

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