Con una lettera inviata al Comune di Porto Venere, e per conoscenza a Legambiente, al Gruppo di intervento giuridico e a Paolo Negro, la Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio della Liguria ricorda all’amministrazione comunale che “gli immobili di proprietà pubblica aventi più di settanta anni sono sottoposti ope legis alle disposizioni di tutela fino a quando non sia stata effettuata la verifica dell’interesse culturale. Fino alla conclusione di tale procedimento i beni stessi sono inalienabili”.
Si tratta di un concetto ben noto al Comune di Porto Venere, che viene ribadito dopo che a Genova sono giunte varie segnalazioni riguardanti l’avviso di asta pubblica per il compendio di proprietà comunale costituito da terreno e fabbricato posti tra il Castello Doria e il Muzzerone, lungo il sentiero che percorre Via della Crocetta.
Il soprintendente, Cristina Bartolini, segnala che solo una piccola parte del compendio è stata sottoposta al parere degli uffici del ministero della Cultura. Il terreno in vendita, invece, non è stato ancora sottoposto a verifica (come aveva anticipato CDS qui) dell’interesse culturale, per cui rientra in quella casistica dei beni inalienabili, almeno sino al termine di tale procedura.
“E’ quindi logico – afferma Legambiente in una nota – che questa constatazione dovrà avere come conseguenza l’interruzione del procedimento di asta pubblica, la prima cioè delle richieste in calce all’Appello che vede 31 soggetti firmatari e Legambiente La Spezia come capofila. Rimangono le altre due richieste espresse dal documento, ovvero il mantenimento della proprietà pubblica e l’avvio di un percorso partecipato per la migliore gestione dell’area con le finalità più consone alla stessa tra quelle espresse dall’ampio movimento popolare che ha supportato l’appello e che vede la raccolta di firme online avere raggiunto quota 35mila”.