Riguardo alla possibilità paventata dall’Autorità di sistema portuale di scaricare in mare, al largo dell’isola del Tino, i materiali dragati all’interno della rada portuale il circolo spezzino di Legambiente ribadisce alcuni punti fermi, ovvero l’ecompatibilità e la circolarità.
“Da anni esistono tecnologie ampiamente verificate e certificate – commenta Legambiente – che permettono di eseguire i dragaggi portuali senza rilascio o risospensione di materiale e restituiscono la porzione inquinata da una parte e sedimenti puliti e riutilizzabili dall’altra. Perché allora rilasciarli al largo?”. Secondo Legambiente, con la presenza di Aree marine protette, Siti di interesse comunitario e il Santuario dei cetacei, non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione questa opzione, e per questo si attende dall’Adsp un “ripensamento rispetto alla volontà più volte annunciata di versare al largo i fanghi che, lo ricordiamo, inquinati o no, impatteranno negativamente sugli organismi marini e verranno dispersi ovunque; e per questo chiama tutti a un confronto costruttivo”.
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