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I voti di genoa-spezia 0-1

Voi come loro, quindici anni dopo. ‘Basto’ e il sogno di una vita, Giulio è Niccolò Fieschi

Spezzini trascinatori di una squadra che sbanca Marassi nel derby salvezza contro il Genoa: voti alti, calciatori che confermano la crescita personale è un altro scontro diretto portato a casa. Vincere a Genova ha sempre un significato in più: non succedeva dal 2006-07, in serie B.

Genoa-Spezia 0-1 (09/01/2022)

Provedel 6.5 – Quando arrivano spioventi come palle da boowling, sceglie sempre bene il tempo per salire in cielo e prenderla sulla testa di tutti. Al “Picco” uscì a valanga stendendo il già barcollante Caicedo, stavolta la prestazione non contempla sbavature e nell’area di rigore legge bene tutti i cross anche quelli che il Genoa generalmente trasforma in gol di rapina. Massima attenzione, senza dover fare miracoli e nessun gol preso che già è una buona notizia di per sè.

Amian 7 – Bravo a farsi trovare pronto sulle seconde palle e altrettanto coraggioso a provarci da lontano in due occasioni: fu il primo innesto della nuova era ed oggi, dopo un girone di ambientamento, è il giocatore più in crescita dell’ultimo periodo. Interpreta la fascia con personalità, serve praticamente da sdraiato un pallone d’oro a Manaj ma soprattutto è il vero grimaldello tattico sulla mancina. Schiaccia così il suo marcatore diretto ma piace anche per come si fa rispettare in area, dove la palla brucia per tutti. Nel finale sembra un veterano, quanto è importante la testa nello sport…

Genoa-Spezia 0-1 (09/01/2022)

Erlic 6.5 – La guerra è con Destro che usa tutte le armi possibili per scappargli via, anche quelle poco ortodosse. Alla fine il primo tiro in porta del Genoa arriva proprio dal suo miglior attaccante che approfitta di una chiusura a vuoto del croato (l’unica macchia) ma calcia incrediblmente addosso a Provedel. Lo Spezia non ha subito gol nel primo tempo in 12 delle sue 21 partite, solo il Torino (13) e il Napoli (15) hanno fatto meglio in questa stagione di serie A ma questa volta la porta si chiude a doppia mandata anche nella ripresa. Leader vero ma non ci sorprende viste le qualità umane e la sua storia in maglia bianca.

Nikolau 6.5 – Preparato alla guerriglia ma giocando sempre a calcio. Annulla Ekuban rischiando quasi nulla e nelle fasi in cui l’avversario spinge un po’ di più, la sua sicurezza nel giostrare il possesso aiuta molto la squadra a non rinculare dalla paura e a tirare un po’ il fiato visto che il Genoa va a folate e null’altro.

Reca 6 – Limita le discese perché davanti ha Verde, un giocatore che ha caratteristiche totalmente offensive e non può sguarnire troppo la catena, specialmente quando entrano Rovella e lo svizzero Hefti che dimentica di inseguire da calcio piazzato, lasciandogli una conclusione che attraversa tutta l’area, senza che nessuno ci metta la zampa.

Generico gennaio 2022

Maggiore 7 – Una serata da incorniciare fra i quadri del suo salotto. Lo Spezia passa al primo vagito e ad una sua verticalizzazione meravigliosa che azionerà Verde col contagiri. Il vantaggio dà forza contro un Badelj che non regala nulla, ma oggi la verticalità spiccata dello Spezia esalta le sue peculiarità. Ci sono spazi e lui si butta dentro, sa che sbloccarsi nel pomeriggio più importante sarebbe un’altra iniezione di adrenalina. Si mette in proprio e cerca di uccellare Sirigu con un colpo di testa a scavalcare che per poco non vale il 2-0. Nato a Genova ma spezzino purosangue, lasciate cavalcare un po’ di sano campanile che scomoda la storia e andatevi a leggere chi era veramente Niccolò Fieschi che seicento anni fa osò sfidare la Superba impiantando una “signoria guelfa” sulla collina del Poggio…Siccome la Repubblica è finita da un pezzo, Giulio puó incarnare la sua  moderna…  (Dal 40’st Kovalenko – n.g.)

Kiwior 6.5 – Un altro giocatore rispetto a tre giorni fa, molto più simile a quello che fece bene a Napoli, anche perchè il centrocampo rossoblu non è la stessa cosa. Mena e recupera palloni, non cade nelle provocazioni e non spreca un pallone: fino all’intervallo guida i suoi senza fronzoli e mai regalando campo che è poi il vero grande merito degli undici vittoriosi a Marassi. Sheva ne cambia tre, passa al 4-3-3 e per il ragazzo di Tychy la fluidità di spostamento della palla diventa più complicata ma da difensore sa cosa fare: piazzarsi davanti alla difesa ed erigere un muro. Fatto.

Bastoni 7.5 – Il suo terzo gol in campionato è il coronamento di un’azione da manuale, proiziata da Verde con un rasoterra radiocomandato che lui concretizza con un sinistro a fil di palo, da mezzala consumata, imparabile per chiunque. Nel secondo tempo la gara cambia ed è il primo ad intensificare la sua corsa a tutto campo, non disdegnando il tiro: quando gli capita, è Sirigu a rispondere per le rime. Anche a Napoli fece la differenza, è in uno stato di grazie da qualche partita, maturato anche in un ruolo che Italiano lo scorso anno non gli faceva fare. La firma da spezzino poi è come la z di Zorro in uno stadio dove bisogna scomodare i soliti Guidetti e Saverino, cinque lustri fa.

Gyasi 6.5 – Centravanti per modo di dire, ormai lo sappiamo a memoria e nei primi venti minuti è più facile vederlo all’altezza dei centrocampisti per assicurare densità e proteggere. Ma una volta capito che dalla sua parte si può attaccare la profondità, molla gli ormeggi e con Amian dialoga con qualità, alzandosi per tutto il secondo tempo e tornando a mostrare le sue serpentine che nel recupero non diventano un 2-0 per merito del solito Sirigu.

Generico gennaio 2022

Manaj 6.5 – Botte da orbi con Østigard che usa tutto il suo fisico per non fargli fare ciò che ama di più: girarsi in un fazzoletto e sparare a rete. La prima volta che sfugge al controllo va gridare al gol ma il suo mancino è angolatissimo, perfino troppo e sfiora soltanto il secondo palo. La seconda volta che vede la porta è sull’ennesimo erroraccio di palleggio del Genoa ma invece di aspettare e scaricare su un compagno, ci prova da impossibili distanze siderali. Il Covid non gli ha dato continuità ma gioca un’ora senza pause e si improvvisa rifinitore con un lob che manda in porta Maggiore. No, risparmiarsi, non è nel suo vocabolario. (Dal 32’st Nzola 5.5 – Chiamato a difendere tutto quello che gli arriva, butta via un contropiede invece di appoggiarsi ai compagni o perdere tempo, lontano dai pericoli. Son dettagli, ma se prendi gol poi piangi).

Verde 6.5 – Non giocava titolare da novembre, ritrova una maglia e la fascia sinistra, dalla quale partono i cross e le conclusioni più interessanti della prima frazione compresa la palla di platino che regala a Bastoni per il vantaggio. Se Fares non si piazzasse sulla linea come un capitano a salvare la nave, riuscirebbe a battere un Sirigu, ormai fuori causa dopo aver murato Maggiore. Un metro oltre il legno anche il sinistro a pelo d’erba di fine primo tempo ma vista la distanza non si può definire un gol mangiato, a differenza del contropiede buttato all’ortiche dopo una preparazione perfetta: ma quando va alla conclusione la palla gli si sposta all’ultimo e l’impatto è disastroso. Nel secondo tempo cambia anche la sua partita, nel sacrificio generale qualche bel tocco, qualche leziosismo che poi spesso sono la stessa cosa (Dal 44’st Salva Ferrer – n.g.)

All. Hugeux / Thiago Motta squalificato 6.5 – Il piglio iniziale non è dissimile da quello di Napoli con la differenza che il Genoa rinuncia a portare pericoli, affidandosi alle ripartenze ma la sensazione è subito positiva. Gli aquilotti fanno saltare lo 0-0 al quarto d’ora dopo un iniziale predominio territoriale e con la grande occasione di poter raddoppiare quasi subito. Così il Grifone è costretto al giropalla per far uscire lo Spezia dal primo pressing che tuttavia controbatte la tattica alzandosi di venti metri e “rubando” di fatto l’idea altrui. All’intervallo gara in totale controllo, un gol e almeno due occasione nitide per raddoppiare contro un avversario impalpabile come fu nella partita d’andata. Quando si ritorna il Genoa fa tre cambi e si mette a specchio, schiacciando subito sull’acceleratore e gravitando a lungo in area ospite: i venti minuti di forcing non raccontano onestamente però granchè del Genoa e sulle ripartenze i bianchi si mangiano il gol che chiuderebbe la storia della partita. Gli ultimi brividi nel finale che i rossoblu giocano solo sui nervi e quel pizzico di fortuna che altre volte aveva girato le spalle: stavolta però nè l’eterno Pandev nè Destro, che quando vede lo Spezia fa sempre gol, rimediano. Solo sull’ultimo tiro che finisce in gradinata nord, la tensione si scioglie e anche Thiago, mascherinato in tribuna, può gioire. E’ vero, non sono 3 punti ma 4, forse addirittura 5.

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