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Pastorino: “Sanità ed emergenza, mentre Toti è distratto dalla politica romana il fallimento è totale”

Giovanni Toti

“Vedere Toti nelle fotografie, che cerca la ricostruzione del grande centro, dialogando con Renzi, per l’elezione del presidente della Repubblica, misura il distacco della politica da chi non governa il paese reale perché è ormai chiaro che Toti non governa più la regione Liguria”. Esordisce così il capogruppo in Regione di Linea Condivisa, Gianni Pastorino, denunciando ancora una volta “il caos a cui indubbiamente si assiste, per quanto riguarda la sanità, l’incremento dei casi elevatissimo, ma soprattutto un sistema che sta chiudendo le persone in casa senza alcun tipo di supporto pubblico, è diventata la dimostrazione inequivocabile di come la Liguria sia l’ultimo pensiero del presidente Regione”.

“Da più parti viene evocata la suggestione del periodo di guerra e mi viene da dire che sembra più una Caporetto, in cui gli operatori sanitari, ormai allo stremo, sono lasciati soli senza direttive precise, senza puntuali interpretazioni normative, senza una progettualità che leghi hub ospedalieri al territorio e quest’ultimo ai medici di famiglia. – Spiega il Consigliere regionale – tutto lasciato al singolo, che qualora se lo possa permettere, trova inevitabile la scelta di rivolgersi al mercato privato”.

Tutto questo accade nella regione con la più ingombrante struttura sanitaria d’Italia, inutile ricordare che in Liguria convivono cinque Asl, A.Li.Sa. che dovrebbe coordinarle, tre grandi Ospedali a sé stanti ed è in progetto una struttura di “missione” non meglio specificata.

“Nonostante vi siano stati ingenti finanziamenti straordinari, provenienti dal Governo, verso la sanità ligure – rincara la dose il vicepresidente della Commissione sanità – non si registrano né nuove assunzioni per medici, infermieri e tecnici, né alcuna programmazione dei posti letto, che ha chiuso, quando avrebbero dovuto restare aperti, gli hub per il tamponamento, che erano una garanzia per le migliaia di persone che si trovano prigioniere in casa propria, senza l’intervento della sanità pubblica.

Non si è riusciti a fare tesoro dell’esperienza maturata gli anni scorsi con le precedenti ondate. Un fallimento sotto ogni punto di vista”.

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