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Lettera aperta a draghi

Rischio contagi alto e troppe assenze del personale, anche i dirigenti scolastici spezzini chiedono al Governo due settimane di Dad

Le preoccupazioni al rientro delle vacanze. Più di 1.600 dirigenti scolastici italiani hanno aderito alla lettera inviata a Roma per posticipare il ritorno in presenza. Altissima l'adesione anche alla Spezia, tra i firmatari anche il dirigente Antonio Fini del Capellini Sauro.

Uscita da scuola

Milleseicentoquarantacinque scolastici italiani chiedono due settimane di Dad al rientro dalle vacanze natalizie per l’alto rischio di contagi e il gran numero di assenze tra il personale. Lo hanno fatto scrivendo una lunga lettere indirizzata al governo e direttamente al presidente del Consiglio Mario Draghi, Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ai Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome. Tra i firmatari c’è anche il dirigente dell’Istituto Capellini Sauro Antonio Fini e quasi tutti i dirigenti scolastici della provincia.  

Ecco il testo della lettera

Da due anni lavoriamo incessantemente per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia. Lo facciamo, insieme ai nostri collaboratori, alle segreterie, ai docenti, al personale ATA, spesso sopperendo alla mancanza delle più basilari condizioni strutturali e organizzative.

A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze.

Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima.

Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica, che risulterà in molti casi interrotta), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi.

Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale ATA. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza. Aggiungiamo, ma è cosa nota, che l’andamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi.

Sappiamo che il virus si trasmette per aerosol e che l’ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio. A differenza delle precedenti ondate, già prima della sospensione natalizia abbiamo assistito ad un’elevata incidenza di contagi all’interno delle classi (alunni e docenti, anche se vaccinati).

Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento degli studenti e del personale. Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile.

 Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa.

Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone”.

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