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Green pass “base” o “super”

Over 50, negozi, scuole: regole e sanzioni

I lavoratori che non hanno il green pass base oppure rafforzato hanno cinque giorni di assenza giustificata e dopo scatta la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio.

Alla fine un compromesso è stato trovato e il nuovo decreto del Governo sull’emergenza coronavirus porta per la prima volta all’obbligo vaccinale per età e non per categorie. Come detto, tutti gli over 50 dovranno vaccinarsi e chi non lo farà non potrà lavorare dal 15 febbraio prossimo ma sarà anche passibile di un’ammenda (si parla di un centinaio di euro a prescindere che lavori o no). La sanzione prevista per gli over 50 che si presenteranno al lavoro senza Super Green pass resterà invece quella già prevista in relazione all’obbligo di Green pass: da 600 euro a 1500 euro. L’obbligo vaccinale vale per tutti i cittadini, anche per gli stranieri che sono residenti in Italia. Decorre subito e se non ci si vaccina entro il 1° febbraio scatta la sanzione.

I lavoratori con un’età superiore ai 50 anni sono tenuti a immunizzarsi e devono avere il green pass rafforzato – che viene rilasciato sia ai vaccinati sia ai guariti – dal 15 febbraio. La data è stata stabilita partendo dal presupposto che devono trascorrere 15 giorni dal momento in cui è stata somministrata la prima dose. Il governo ha introdotto l’obbligo vaccinale per il personale universitario, una misura che si aggiunge a quella che era già stata prevista ed è già in vigore per il personale scolastico, per gli operatori sanitari, per gli uomini delle forze dell’ordine e per i lavoratori esterni che entrano nelle residenze per anziani.

Negozi

L’obbligo di avere il green pass base (che si può ottenere con la prima dose, con un tampone antigenico valido 48 ore o con un tampone molecolare valido 72 ore) già in vigore per tutti i lavoratori, viene esteso anche ai clienti dei seguenti esercizi:

Dal 20 gennaio per accedere in tutti i negozi che svolgono servizi alla persona:
– parrucchieri
– barbieri
– estetisti

Dal 1° febbraio:
– pubblici uffici
– servizi postali, bancari e finanziari
– attività commerciali, fatte salve eccezioni che saranno individuate con atto secondario per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona

Saranno esclusi gli alimentari e le farmacie.

Controlli e multe

Chi ha più di 50 anni e viene sorpreso senza green pass rafforzato rischia 100 euro di multa. I lavoratori che non hanno il green pass base oppure rafforzato hanno cinque giorni di assenza giustificata e dopo scatta la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. Chi viene sorpreso al lavoro senza green pass rischia una multa da 600 a 1.500 euro. Stessa sanzione anche per i lavoratori con più di 50 anni. Chi deve controllare i dipendenti e non ottempera a questa funzione rischia una multa da 400 a 1.000 euro. La stessa sanzione scatta anche per i clienti di esercizi commerciali, bar e ristoranti, ma anche di luoghi dello spettacolo sorpresi senza green pass. Per i locali pubblici che non controllano la certificazione rafforzata dopo tre sanzioni può scattare anche la chiusura fino a dieci giorni.

Smart working

Tornerà anche l’uso massiccio dello smart working: i ministri Brunetta e Orlando hanno firmato la circolare nella quale si sensibilizzano le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a utilizzare pienamente lo strumento.

Scuola

Con il decreto il governo modifica anche la gestione dei casi Covid a scuola. In quelle dell’infanzia, con un positivo si va in quarantena per 10 giorni mentre alle elementari, con un caso si applica la sorveglianza con test al primo e dopo cinque giorni mentre con 2 casi si resta a casa per 10 giorni. Alle medie e superiori, invece, con un caso si resta in classe (con l’autosorveglianza e l’utilizzo della Ffp2) mentre con 2 casi vanno in Dad per 10 giorni solo i non vaccinati e chi è guarito o vaccinato da più di quattro mesi senza aver fatto il booster. Con tre positivi tutta la classe è a casa per 10 giorni. Un punto, quest’ultimo, che ha visto salire la tensione nell’incontro tra governo e Regioni poiché nella bozza del decreto la didattica a distanza era prevista con 4 casi. Alla fine la norma è stata cambiata in Cdm e la richiesta dei governatori è stata accolta.

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