Stefania Artioli è il volto della lotta alla pandemia. La direttrice della Struttura complessa di Malattie infettive dell’azienda sociosanitaria di Asl 5 è una delle figure che a livello cittadino, assieme a tutto il personale sanitario, in questi anni complicatissimi segnati da una malattia dapprima sconosciuta non si è mai risparmiata. Un periodo durissimo, di lotta senza sosta al Covid, segnato da notti insonni e da pazienti in grande difficoltà.
La dottoressa Artioli recentemente è stata insignita anche del premio La Spezia Lunigiana con la seguente motivazione: “Per aver sempre tenuto presente i valori morali e etici nello svolgere il proprio ruolo nella vita sociale, e per aver sacrificato il proprio tempo alla salvaguardia del prossimo durante la pandemia rischiando anche la propria incolumità”.
Alla fine del 2021 e dando uno sguardo al 2022, la dottoressa Stefania Artioli ha concesso una breve chiacchierata a Città della Spezia. Dalle varianti, all’avvento di Omicron che al momento si reputa quella più diffusa, fino alle terapie e al delicatissimo tema degli scettici sui vaccini, infine una speranza che non guasta mai alla fine dell’anno.
Un anno di varianti, quasi due dall’esplosione del Covid. Che situazione abbiamo oggi, qual era il primo quadro dei ricoverati all’inizio della pandemia e oggi chi finisce in ospedale?
“I pazienti che oggi vengono ricoverati in ospedale sono pazienti con polmonite in insufficienza respiratoria severa in massima parte non vaccinati o vaccinati che purtroppo per patologie di base pur essendo stati vaccinati non ne hanno avuto beneficio ad esempio pazienti onco-ematologici o immunodepressi per altre ragioni . Ricordo che esiste una quota di pazienti fortunatamente minima non responder al vaccinazione.
La risposta a qualsiasi tipologia di vaccino e porto ad esempio anche il vaccino contro l’epatite B, non si realizza nel 100 per cento delle persone ma esiste una piccola percentuale di cosiddetti ‘non responder’ e questo vale purtroppo anche per il vaccino contro l’infezione da Sars CoV2 “.
Nella tabella sono presenti le varianti che in questo momento sono sotto stretto monitoraggio perché impattanti sotto il profilo epidemiologico sicuramente in termini di maggiore trasmissibilità.

– Quanti casi Omicron ci sono alla Spezia?
“La variante Omicron in questo momento è presente in quota epidemiologicamente rilevante anche nella nostra realtà geografica ed è ovviamente destinata a diventare totalitaria, ma nulla di diverso a quanto accadrà ovunque”.
– In questo ultimo anno hanno avuto un ruolo fondamentale le vaccinazioni e la cura con i monoclonali. E’ di questi giorni la notizia dell’approvazione dei farmaci alla pillola Merck e all’antivirale remdesivir. Verranno introdotti anche qui e potranno dare un’altra forte spinta nella lotta al Covid?
Il Remdesivir in realtà abbiamo iniziato ad usarlo sperimentalmente l’anno scorso e abbiamo proseguito nell’utilizzo, passando dalla fase sperimentale alla fase di commercializzazione. Negli ultimi mesi i dati scientifici sull’efficacia e la sicurezza del remdesivir si sono consolidati ed è un farmaco indispensabile del nostro bagaglio di opportunità terapeutiche.
Il Molnupiravir sarà disponibile prossima settimana e siamo stati identificati tra i centri prescrittori si utilizzerà nelle forme lievi di infezione entro i primi 5 giorni di malattia.
Non dimentichiamoci gli anticorpi monoclonali Bamlanivimab Etesivimab, Casirivimab imdevimab ed il più recente Sotrovimab , ad oggi abbiamo somministrato 441 monoclonali evitando oltre 400 ricoveri.
Al di là però dell’ importanza dei trattamenti di cui oggi per fortuna disponiamo, la prevenzione con la vaccinazione rimane l’arma più efficace nel combattere l’infezione da Sars CoV2: è vero, l’infezione è possibile con la vaccinazione ma coloro che rispondono alla vaccinazione superano l’infezione in maniera paucisintomatica, senza andare incontro a forme gravi di insufficienza respiratoria per polmonite ed evitando la patologia long Covid che purtroppo può affliggere per mesi le persone contagiate non vaccinate”.
– Lei è uno dei volti simbolo, per tutti, nell’affrontare la pandemia. Come ha visto mutare lo “scetticismo” di alcuni cittadini?
“Molte persone ricoverate per varie ragioni, sia per paura che per condizione clinica, non si erano vaccinate. Vedendoci lavorare sul campo, toccando con mano quello che abbiamo fatto per loro, capendo l’importanza di alcuni passaggi come la vaccinazione stessa sono stati gli elementi chiave per superare lo scetticismo di alcuni. Spero che possano raccontarlo per rendere tutti più consapevoli sui percorsi vaccinali che vengono proposti“.
– Ci lasciamo alle spalle un anno pesante, particolare e sicuramente segnato da meno decessi, almeno per lo Spezzino. Qual è il suo sogno nel cassetto per il 2022?
“Vorrei poter rispondere ‘un anno senza Covid’ ma la considero un’utopia, perché ci accompagnerà ancora. Il mio sogno potrebbe essere anche di estendere la vaccinazione al maggior numero di persone e di avere sempre meno ricoverati con insufficienza respiratoria severa”.