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Giovedì il nuovo decreto che “governerà” il Natale. Toti: “Per le feste non ci saranno ordinanze regionali, decidono i sindaci”

Il presidente regionale non esclude l'ingresso della Liguria in zona arancione nelle prossime settimane.

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Mascherine obbligatorie all’aperto, come in Liguria da lunedì in tutta la penisola italiana, terza dose anticipata da cinque a quattro mesi e validità del green pass ridotta a sei mesi che potrebbero perfino scendere a cinque. Sono alcune nelle misure che dovrebbero essere contenute del decreto che il governo approverà domani, 23 dicembre, antivigilia di Natale. Nel pomeriggio l’ennesima cabina di regia che correggerà gl ultimi dettagli: il Corriere della sera, avanza l’ipotesi che una delle misure riguarderebbe proprio l’ulteriore restringimento dei tempi tra la seconda e la terza dose a causa della contagiosità della variante Omicron. E di conseguenza anche il green pass avrebbe una durata ridotta. Tra le misure di emergenza del decreto ‘natalizio’ ci dovrebbe essere anche il tampone obbligatorio in discoteca, alle feste di Capodanno e agli altri eventi dove non è garantito il distanziamento anche per chi è vaccinato e potrebbero essere vietati tutti i festeggiamenti in piazza, misura fra l’altro già presa da molti amministratori. Ieri il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in un’intervista rilasciata all’agenzia Agi, aveva chiarito che “non ci saranno ordinanze regionali per limitare i festeggiamenti di Natale e Capodanno, anche se è “possibile” che la Liguria finisca in zona arancione nelle prossime settimane”. Quindi, al momento, feste confermate e palla ai sindaci secondo Toti: “È giusto che i primi cittadini che conoscono le loro città possano organizzare eventuali misure di attenzione – spiega Toti – ma non interverremo con ordinanze regionali perché le stesse andrebbero a toccare anche Comuni di poche anime in mezzo ai monti. Bene che le valutazioni vengano fatte territorio per territorio”. Tornando alle misure nazionali che saranno discusse, torna a farsi strada l’obbligo vaccinale sui luoghi di lavoro a partire da gennaio. Alcuni ministri, a cominciare da Renato Brunetta, premono per imporre l’obbligo.

Come si entra in zona arancione?

Oltre alla soglia di incidenza settimanale dei 150 casi ogni 100mila abitanti abbondantemente superata, per passare alla zona arancione bisogna sforare altri due parametri: il 20% di posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva e il 30% in area medica. Al momento i positivi in Liguria sono il 14,1% in terapia intensiva e il 23% in area medica. In altre parole, stando alle disponibilità comunicate al ministero della Salute e riportate sul sito di Agenas, bisognerebbe avere in tutto 44 ricoverati in terapia intensiva (oggi sono 31) e 522 ricoverati in area medica (oggi sono 401). Che cosa succederebbe? Ci sarebbero nuove restrizioni, ma solo per chi non ha il super green pass ottenuto con vaccino o guarigione dal Covid: diventerebbero off-limits gli spostamenti fuori dal proprio comune se non per motivi di lavoronecessità salute oppure per usufruire di servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune (con la vecchia autocertificazione), gli impianti sportivi e sciistici al chiuso, convegni, congressi, fiere e sagre.

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