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“entro la bella stagione”

Sdraio e ombrelloni vista porto: “Un assaggio di waterfront”

Presentato il progetto di conversione dei primi 5mila metri quadri di Calata Paita. Bar e ristoranti alle spalle di Largo Fiorillo, via al cantiere a febbraio. Si entrerà dalla zona di Porta Rocca. Peracchini: “Momento storico, come lo Spezia in serie A”.

Calata Paita, il primo "spicchio" torna alla città

Lo stadio intermedio della metamorfosi di Calata Paita andrà cercata seguendo una striscia blu. Quella che da Viale Italia porterà ad affacciarsi al mare di Porta Rocca, riconquistato dal porto commerciale. Nei primi mesi del 2022 un’area di 5mila metri quadrati dell’originario scalo spezzino sarà rilasciata dagli usi mercantili per tornare ad una fruizione “urbana”. Stretta tra la stazione crocieristica, con cui condividerà una vita a termine, il fascio dei binari e le gru. Uno slalom per aprire lo sguardo ad un bar, due ristoranti, spazi per lo sport, una macchia di verde, un campetto di basket e qualche vetrina. Magari anche un palco per un concerto che abbia come sfondo il golfo della Spezia.

“Un assaggio del waterfront” per il presidente Adsp, Mario Sommariva. Un simbolo per Via del Molo, che inizia il progressivo arretramento verso Levante scoprendo i moli che a fine Ottocento costituirono il primo scalo moderno della Spezia. “L’avvio di una fase nuova per tutta la città”, annuncia durante la presentazione presso l’Auditorium del Mare. Si comincerà i primissimi giorni di gennaio con la definizione dei nuovi confini tra città e porto, mentre l’ufficio tecnico del porto lancerà il bando per trovare la ditta in grado di aprire il cantiere che dovrebbe partire da febbraio. La prospettiva è consegnare l’area di temporary urbanism “con la bella stagione”.

Calata Paita, il primo

 

“Un momento storico, come l’addio del carbone alla centrale Enel e lo Spezia Calcio in serie A – esulta il sindaco Pierluigi Peracchini -. E’ un progetto giovanile e dinamico, pensato per fare sport, ascoltare musica e prendere il sole. La Spezia è una città di mare senza mare, che deve cercare con tanti enti di competenza dei momenti di incontro. Si possono trovare equilibri, nell’interesse di tutti”.

Lo hanno disegnato quelli di Fabrica, primi a poter mettere ad una “zona di città sorta con l’espansione novecentesca e industriale – illustra Daniela Cappelletti, architetta dello studio Fabrica -. L’area è separata dal resto della città dal fascio di binari portuali, ha un utilizzo mercantile e non vi è nulla di architettonico”. Il problema principale è significare quel varco come un ingresso verso il mare. “Perché da lì si vede molto poco. Quindi utilizzeremo un percorso azzurro che porta fisicamente verso l’area dei moli. Questo si accompagna ad una zona di verde attrezzato, che simula quello delle nostre colline”.

Presentazione primo spicchio di Calata Paita convertito

 

Ristoranti, bar e negozi saranno ospitati in “elementi di 8 metri per 3, creando una successione di spazi da vivere separatamente. Infine le zone per sdraio e ombrelloni che saranno posizionati su pedane in legno, da usare come solarium. Vi saranno infine delle fontane, che è il modo per recuperare l’elemento acqua altrimenti non utilizzabile”. Rimane infatti un mare da guardare senza toccare.

Calata Paita, il primo

 

Il resto della Calata Paita cambierà invece destinazione d’uso a partire dal settembre del 2023, man mano che le attività industriali troveranno nuovo spazio con l’attuazione del piano regolatore portuale. “Abbiamo restituito un diverso modo di vedere il porto  – le parole di Alfredo Scalisi, direttore generale LSCT -. Fino ad oggi si sono visti solo i container, ora si torna a vedere anche il mare. E’ stato un grande lavoro di squadra che ha portato alla firma dell’accordo procedimentale di cui oggi si vedono i primi frutti. Il rilascio dei primi 5.000 metri quadri della Calata Paita segna un punto di partenza per una nuova storia, una storia spezzina. Tutto il personale di La Spezia Container Terminal è focalizzato sul piano di sviluppo del terminal che oggi più che mai è diventato faro guida per il nostro futuro e della città intera”.

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