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Quisquilie e meraviglie

Quisquilie e meraviglie

Una preghiera che non ricordò mai

Luna e mare

Ad Amerigo il lavoro in Arsenale andava bene, era capace, preciso e stimato e in pochi anni fu promosso capomastro. La paga era discreta, lui e Adele erano innamorati come il primo giorno ed erano felici, ben voluti da tutti nel paese, l’unica nota stonata era che lei non rimaneva incinta.
Erano passati quasi sette anni dal matrimonio e ne aveva provati tanti di rimedi consigliati in segreto dalle anziane del paese. S’era fatta pure accompagnare da sua cugina Celide, senza dire nulla ad Amerigo, anche a Sarzana, al di là del fiume, da una mammana mezza fattucchiera, e aveva fatto tanti voti alla Beata Vergine Maria, ma niente.
La notte dell’anniversario del settimo anno di matrimonio c’era la luna piena. Amerigo, che era stanco e aveva bevuto un bicchiere di più per festeggiare, dormiva profondamente.
Lei uscì di casa e scese in silenzio alla marina, a piedi nudi e coi capelli sciolti sulle spalle.
Arrivò alla spiaggia e continuò ad avanzare fin dentro il mare sulla cui superficie i raggi della luna si divertivano a dipingere fantasiosi merletti luminosi che si modellavano al suo passaggio.
L’acqua era calma come può essere solo in certe notti di primavera, e tiepida.
La camicia da notte di lino ricamata le galleggiava intorno alla vita quando si fermò con il mare che lento le carezzava i fianchi.
Recitò una preghiera che le venne dal cuore e che non ricordò mai più, occhi aperti a fissare la luna, in un silenzio calmo e di velluto. Neppure un suono scendeva dalle colline intorno e quieti anche i ruscelli che scorrevano ai lati dell’arenile, un barbagianni la guardò stupito nel suo silente volo e poi, muto, si allontanò scomparendo tra i lecci.
Si riscosse perché sentiva freddo alle cosce dopo un tempo che non seppe mai.
La luna era sparita, tramontata dietro la costa dei pirati dall’altra sponda del golfo, a oriente una appena percettibile pennellata di rosa pallido iniziava a colorare il mondo.
Nessuno si era accorto di nulla e lei tornò lentamente a letto, al caldo, affianco al suo uomo che svegliò.
Nove mesi dopo, il 29 febbraio del 1912 a mezzogiorno, mentre pioveva forte, nasceva Valente, il loro primo figlio.

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