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La testimonianza

Bimbi adottati a distanza da Corniglia, zia Jenny: “Un gesto unico, non ringrazierò mai abbastanza chi ci sta aiutando”

La giovane mamma, di orgine filippina che assieme al marito e ai figli vive e lavora in provincia, si racconta a Città della Spezia: "Siamo fortunati ad essere in Italia, penso che se mia cognata si fosse potuta vaccinare forse sarebbe ancora qui. Mio fratello sta vivendo un momento davvero difficile ma il gesto dei cornigliesi e di altri amici aiuta ad avere un pizzico di speranza in più".

Jenny Garcia Hernandez è una donna che lavora, una mamma e una zia dal cuore immenso. La sua storia e quella della sua famiglia hanno fatto il giro del mondo, dopo che la cognata è mancata a causa del Covid nelle isole Filippine, perché dalla tragedia che li ha colpiti si è attivata una lunghissima catena della solidarietà che ha toccato profondamente le comunità di Corniglia e Pisa.

Quanto accaduto al fratello di Jenny è difficile da raccontare soprattutto ai bambini rimasti soli, senza la mamma, e dei quali si sta prendendo cura con fatica e dedizione papà Joenel. Lui è il fratello di Jenny che dalla morte della moglie Janice sta vivendo un momento davvero difficile. In questa immensa tragedia però un gesto gentile, l’adozione a distanza dei bambini di Joenel confermata in questi giorni e a carico della comunità parrocchiale di San Pietro apostolo a Corniglia, porta una punta di serenità in un momento davvero triste. Il papà e il resto della famiglia, sia quella d’origine che l’adottiva di Corniglia  fanno il possibile.

Jenny lavora come collaboratrice domestica nel borgo delle Cinque Terre e racconta a Città della Spezia come stanno vivendo tutti questo delicato momento. La chiacchierata con questa mamma avviene durante la quarantena che lei, suo marito Richard e i piccoli Zack e Blake, stanno passando a casa dopo i casi positivi emersi a Riomaggiore e dove le scuole al momento restano chiuse a scopo cautelativo.

Jenny, Richard, Blake e Zack hanno trovato casa in città, alla Spezia, ma continuano ad essere parte attiva della vita di Corniglia.“Noi siamo tutti negativi – racconta Jenny – e aspettiamo la fine della quarantena che terminerà nei prossimi giorni. Siamo tutti insieme e stiamo bene. Io sento tutti i giorni mio fratello Joenel, in questo caso la tecnologia ci ha aiutati molto. Con le videochiamate le distanze si accorciano. Lui sta vivendo un grande dolore e anche figlia maggiore (3 anni, NdR) chiede della mamma. E’ un momento delicato e difficile, ma il gesto compiuto dai nostri amici cornigliesi e anche da quelli pisani aiuta a infondere un pizzico di speranza in più. Da sorella sono cosciente di non poter rimuovere il dolore che prova ma tutta questa generosità inaspettata aiuta davvero tanto. La vita non è sempre facile e noi non smetteremo mai di ringraziare i cornigliesi perché quello che stanno facendo. E’ stato un gesto enorme, bello, unico, un’autentica sorpresa. “.

La famiglia Garcia Hernandez era arrivata a Pisa qualche anno fa e poi si era trasferita alle Cinque Terre dove hanno trovato lavoro a Corniglia. Con la comunità è scattato un autentico colpo di fulmine. Le foto che li ritraggono risalgono a poco tempo fa e lo sfondo del borgo, spiegano, era necessario. 

Il nostro cuore è e rimane a Corniglia – racconta Jenny – ci siamo sentiti a casa fin dal primo momento. Chi si è trovato meglio di tutti è Zack (ride, NdR), in tanti mi fermano e mi dicono ‘Sei la mamma di Zack”, hanno imparato prima il suo nome che il mio. Corniglia ci ha accolti e amati. Per noi è come essere a casa. Non possiamo che essere grati a tutta la comunità. Ogni istante passato qui è pura gioia e lo è stato ancora ancora di più quando ci è stato detto ‘voi siete di qui’. I cornigliesi sono unici“.

I contatti con le Filippine sono costanti.  Jenny ogni giorno si confronta con il resto della famiglia e sa cosa sta accadendo. “I miei parenti che vivono a Batangas sono quasi tutti vaccinati – spiega – e mi rendo conto che ad essere in Italia siamo molto fortunati. Io sono diventata mamma da pochi mesi e mi sono potuta vaccinare, gratuitamente, qui. Mia cognata e il resto della sua famiglia hanno dovuto affrontare un percorso molto più difficile che è finito nel peggiore dei modi. La Sanità nelle Filippine non è gratuita. Gli ospedali pubblici sono inaccessibili, intasati e per accedere a una clinica privata prima bisogna pagare. Nel mio paese i vaccini sono diventati gratuiti da poco tempo ed erano sconsigliati alle donne in gravidanza. Prima che arrivassero le forniture delle dosi era necessario pagare per essere vaccinati. Non potete capire quanto mi senta  fortunata ad essere in Italia dove c’è il diritto di accedere gratuitamente alle cure.  A volte penso che se Janice si fosse potuta vaccinare sarebbe ancora qui”.

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