Interpellanza sul capodanno spezzino presentata da Massimo Baldino Caratozzolo, consigliere comunale di Forza Italia. “Dopo aver appreso direttamente dal sindaco, tramite un post sulla sua pagina Facebook, della conferma del concerto di Antonello Venditti per la festa di piazza dell’ultimo giorno dell’anno, è stato un susseguirsi di notizie con cui – scrive in una nota il consigliere – veniva confermata la presenza di Venditti sul palco di Pisa per le ore comprese tra le 22 e 30 e 23,45. Visto la mancanza del dono dell’ubiquità del cantante romano, appare evidente che il suo concerto potrà svolgersi o in primissima serata, mentre gli spezzini saranno intenti a cucinare, farsi belli e riunirsi con i congiunti, oppure a mezzanotte passata da più di un’ora!”. Nel documento Baldino chiede anche di conoscere quanto costerà il concerto sia per gli oneri diretti, ovvero compenso all’artista, quanto per quelli indiretti, ovvero palco, luci, sicurezza e quanto altro ancora. “Dunque Peracchini per Capodanno – conclude il consigliere del gruppo Forza Italia – fa uno scherzo agli spezzini: annuncia la presenza di uno spettacolo che parimenti si tiene nella città calcisticamente rivale di Pisa, facendoci rimpiangere l’impeccabile organizzazione degli anni precedenti con la presenza di Planet Funk, DJ Angelo e del concerto di Bob Sinclair unico rimasto nella memoria popolare tra quelli organizzati (dall’ex assessore Asti) durante la sua amministrazione. Mi pare di poter dire inoltre che comunque la si possa pensare è evidente che inerpicarsi in spese immaginiamo elevate, in un momento difficile e incerto come quello attuale, per di più offrendo di fatto alla città un prodotto che essendo in qualche modo condiviso con Pisa risulterà penalizzato dimostri ancora una volta che Assessore alla cultura non ci si improvvisa”.
“Per organizzare eventi di questo tipo – conclude – occorre prima almeno conoscere le fondamentali leggi dello spettacolo e della sua distribuzione, onde non finire vittima di situazioni paradossali, che causano solo una emorragia di denaro che poteva essere speso sicuramente meglio, magari invitando Venditti in un momento diverso e quindi con condizioni assolutamente più favorevoli. Anche il grande Sergio Bernardini – che ho avuto la fortuna di conoscere e verso la fine degli anni ottanta collaborare- amava festeggiare i capodanni nei suoi locali utilizzando nomi altisonanti . La differenza è che erano altisonanti anche i prezzi dei biglietti e che il grande Bernardini rischiava del suo e non i soldi pubblici”.