Dopo le cessioni di ansaldo breda e sts

Fiom e Uilm a Roma per Oto Melara: “Ennesima vendita al miglior offerente”

Uno sciopero riuscito, con adesione del 75%. Tivegna: "I vertici di Leonardo ci hanno comunicato che stanno valutando tutte le offerte, ed anche la possibilità di partnership europee, quindi non cessione ma joint venture, ma non c’è ancora niente di concreto".

Lunedì di protesta per i metalmeccanici dello stabilimento Leonardo della Spezia. L’astensione dal lavoro, decisa dai sindacati confederali, è iniziata questa mattina e durerà otto ore mentre una delegazione, composta da Fiom e Uilm (la Fim Cisl aderiva alla protesta ma non partecipava al sit-in capitolino) è scesa a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale con tutti i lavoratori rappresentanti dei siti del gruppo. Per l’ex Oto Melara, e le sue artiglierie navali vendute in tutto il mondo, si paventa ormai da tempo la cessione al gruppo francotedesco Knds (Kmw e Nexter Defense Systems). “La cessione della business unit Sistemi Difesa è ormai una realtà. Un altro pezzo di industria fondamentale per il nostro Paese rischia di essere venduta e con essa verrà ceduto il dominio su un asset industriale e tecnologico strategico per la partecipazione dell’Italia alla creazione di una futura Difesa Europea. Dopo le cessioni di Ansaldo Breda e STS, già dimostratesi un errore, quella di Automation contro cui i compagni di Genova stanno ancora lottando, Leonardo, il più grande gruppo industriale del paese, ci mette di fronte all’ennesima vendita al miglior offerente. Il perimetro di attività si restringe ancora”, si legge nella nota della Fiom spezzina.

I rappresentanti dei lavoratori con il neo-segretario della Camera del Lavoro Luca Comiti alla testa, hanno manifestato sotto la sede romana di Leonardo mentre i segretari nazionali Fiom Re David e Uilm Palombella incontravano i vertici aziendali. “Incontro dal clima positivo, ma non c’è ancora nulla di concreto – dice Mattia Tivegna, segretario provinciale della Fiom Cgil della Spezia – i vertici di Leonardo ci hanno comunicato che stanno valutando tutte le offerte, ed anche la possibilità di partnership europee, quindi non cessione ma joint venture, ma non c’è ancora niente di concreto. Da parte nostra diciamo che la mobilitazione non si ferma, terremo alta l’attenzione anche nella nostra provincia”. L’ex Oto Melara era già scesa in sciopero, con i tre sindacati uniti, lo scorso 10 novembre per un paio di ore. “Quando avremo tutte le opzioni sul tavolo faremo una scelta ma non possiamo farla in modo aprioristico solo sulla base della nazionalità dell’offerente”, aveva detto la settimana scorsa l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, rispondendo ad una domanda a margine della presentazione del polo di competenza di Genova per la digitalizzazione. “Oto Melara è un pezzo della nostra realtà, stiamo lavorando sul nostro portafoglio: faremo le cose ben fatte come ci viene chiesto dai nostri stakeholder, il Governo prima di tutti, ma anche le nostre persone”. Uno sciopero riuscito, con adesione del 75%, quello dei lavoratori di Leonardo ex Oto Melara.

 

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