Dal 2019 al 2020 il consumo di suolo netto in Italia è aumentato di 51,7 chilometri quadrati, valore figlio da un lato l’incremento di 56,7 chilometri quadrati, dall’altro 5 chilometri quadrati di ripristino di aree naturali. Il dato arriva dall’ultimo rapporto del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente, organismo istituito da una legge in vigore dal gennaio 2017. “Il consumo di suolo, il degrado del territorio e la perdita delle funzioni dei nostri ecosistemi – si legge nell’introduzione del rapporto – continuano a un ritmo non sostenibile e, nell’ultimo anno, quasi due metri quadrati ogni secondo di aree agricole e naturali sono stati sostituite da nuovi cantieri, edifici, infrastrutture o altre coperture artificiali. Il fenomeno, quindi, non rallenta neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, con più di 50 chilometri quadrati persi, anche a causa dell’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale. Le conseguenze sono anche economiche, e i “costi nascosti”, dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo degli ultimi 8 anni, sono stimati in oltre 3 miliardi di Euro l’anno che potrebbero erodere in maniera significativa, ad esempio, le risorse disponibili grazie al programma Next Generation EU”.
Nello Spezzino il consumo del suolo ammonta, si legge nelle schede del rapporto, al 7,9 per cento; dal 2019 al 2020 c’è stato un consumo di suolo netto pari a 5.9 ettari. A livello comunale, è ‘consumato’ il 28,4 per cento del territorio del capoluogo, uno dei valori percentualmente più alti della Liguria: davanti alla Spezia figurano una manciata di piccoli comuni ponentini e Chiavari (29 per cento). Il capoluogo ha fatto registrare, dal 2019 al 2020, un consumo di suolo netto pari a 0.39 ettari. Il capoluogo regionale Genova è al 23,7 per cento, mentre poco oltre il confine regionale troviamo il 31 per cento di Carrara.
Secondo comune della provincia con la più alta quota percentuale di consumo del suolo è Santo Stefano Magra, con il 23,2 per cento e un incremento di 0.89 ettari. Poi Sarzana, con il 20.7 e un aumento di consumo netto di 1,11 ettari. Gli altri comuni della provincia fanno registrare valori percentuali sotto il 20, con valori sotto il 10, anche generosamente, tra Cinque Terre, Riviera e Val di Vara.
Rapporto integrale disponibile a questo link.