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Sprugoleria

Sprugoleria

Come la parlata sprugolotta dovrebbe adeguarsi all’epoca moderna

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Ma quante storie fanno oggi per le desinenze di genere, masch e femm! Certo, il problema dell’identità sessuale è cosa seria soprattutto nell’epoca nostra che s’è fortunatamente tolta da dosso quella pruderie che era convinta che la polvere basta metterla sotto il tappeto per dire che non c’è. 

Però, mi pare che questi problemi siano derubricati dalla loro reale importanza perché vengono portati all’esasperazione dalla smania di arrivare a estreme conseguenze per evidenziare la questione del genere in termini cui molta parte dell’opinione pubblica è indifferente.

Riferendomi alla questione femminile, mi viene in mente, ad esempio, che nei paesi anglofoni la parola history (non penso serva la traduzione ma ricordiamoci che his in inglese è l’aggettivo possessivo maschile) viene declinata in herstory, her essendo l’equivalente femminile usato apposta per risaltare la funzione della donna nella storia: cosa di cui penso siamo del tutto convinti senza arrivare a quel tipo di stortura linguistica.

Quando giravo per i banchi, agli alunni appena conosciuti proponevo un quiz: dire quale era il nome, se Mario o Maria, del protagonista della frase scritta alla lavagna: un’atleta formidabile. L’apostrofo indica chiaramente che si tratta di Maria per l’elisione della -a finale: una rivela il genere che a voce risulterebbe non riconoscibile per avere io fatto ricorso ad un sostantivo e ad un aggettivo che hanno identica desinenza per entrambi i generi.

Adesso, però, non so se potrei continuare con questo giochetto che mi permetteva di verificare il livello della preparazione; adesso, ce lo dicono gli organi dell’informazione, va di moda il genere fluido. Tradotto vuol dire che non è più a la page l’identificazione dei generi con il tradizionale procedimento binario, maschile e femminile. Per riconoscersi ora si usano altri spazi, anche in grammatica dove si propone pure l’uso dell’asterisco al posto della desinenza per cui in classe student* va bene per tutti sebbene nessuno sappia pronunciarlo.

Ma c’è pure chi propende per una maggiore chiarezza, tipo studento e studenta.

Certo, prevalendo questi atteggiamenti, anche la parlata sprugolotta dovrebbe adeguarsi alla moda che incalza proponendo ed imponendo nuovi stili nella comunicazione.

Così, ad esempio, noi abituati a dividere il mondo in fanti e fantele, dovremmo imparare l’uso di due nuove parole: fanto e fanta. 

Purtuttavia, resterebbe sempre il dubbio se il giovanetto che desideri una fanta, indirizzi la sua voglia verso la biondina graziosa che gli siede accanto o alla bibita che ha visto servire al tavolo vicino.

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