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Osservazioni alla valutazione di incidenza presso il parco naturale di porto venere

Carlo Alberto, Legambiente: “Progetto puramente imprenditoriale che mette a rischio la prateria di posidonia”

L'associazione ambientalista sottolinea: "Non siamo contrari ad un intervento  minimale che realizzi servizi a favore di chi frequenta l’area, ma qui si prospetta un intervento pesante, con scavi, piscine, arenile artificiale, ampia  trasformazione del suolo e della vegetazione presente, possibilità di scarichi a mare".

Prateria di Posidonia

Quell’intervento modifica strutturalmente i luoghi e deve essere sottoposto a Valutazione  Ambientale Strategica”.  E’ quanto afferma Legambiente La Spezia nel presentare le  Osservazioni alla Valutazione di Incidenza presso il Parco Naturale di Porto Venere.  “Questa valutazione si riferisce (tra l’altro in modo del tutto incompleto e non rispondente alla  normativa di settore) alla sola componente naturalistica – spiegano da Legambiente -, specie ed habitat appartenenti nella Zona  Speciale di Conservazione della Palmaria, tutelata dalla UE. Le caratteristiche del sito, con i segni  ancora presenti dell’attività di cava, compreso i resti di un edificio storico, meritano un’indagine  molto più ampia e approfondita, come d’altronde previsto dalla normativa statale e regionale nei  casi in cui quelle trasformazioni non siano previste nei piani vigenti”.  

Ma il giudizio di Legambiente sul progetto va oltre: “Non siamo contrari ad un intervento  minimale che realizzi servizi a favore di chi frequenta l’area, anche in prospettiva di un auspicato  sviluppo di un turismo naturalistico, come dovrebbe essere promosso da un vero Ente Parco (non  certo quel simulacro che è diventato oggi a causa del disimpegno delle amministrazioni locali e al  mancato ruolo di controllo esercitato da Regione)”.  

Ma qui si prospetta un intervento pesante, con scavi, piscine, arenile artificiale, ampia  trasformazione del suolo e della vegetazione presente, possibilità di scarichi a mare nell’ultimo  lembo rimasto di prateria a Posidonia – prosegue la nota dell’associazione – per non parlare della  possibilità ventilata di costruire un pontile di accesso”. 

“Il tutto per una operazione imprenditoriale che prevede un accesso a pagamento, dedicata ad una  utenza di livello medio alto, quindi del tutto difforme dalla nostra idea di Isola, che deve essere si  dotata di servizi, ma rimanere quell’oasi naturale che ancora oggi garantisce un’esperienza di  immersione totale in natura e storia del nostro Golfo.”  

Riteniamo – conclude Legambiente – che il progetto di stabilimento balneare prefiguri di fatto  quanto previsto dal Masterplan ideato da Comune e Regione, per cui assolutamente da  contrastare perché rappresenterebbe di fatto l’inizio dello stravolgimento di quello che, ricordiamo,  è un territorio i cui caratteri gli sono valsi l’inserimento in un Parco Naturale Regionale, in un Sito  di Interesse Comunitario, in un Sito Unesco e, ultimo ma non ultimo, nel Santuario dei Cetacei”.

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