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Altra iniziativa dopo l'autolavaggio

Da Sarzana alla Costa d’Avorio e ritorno per adottare un villaggio

Il mese scorso Elisabetta Bonfico dell'associazione "La Falena", ha riaccompagnato a casa uno dei ragazzi dell'autolavaggio "Lava Lava" e ha visto da vicino una realtà complicatissima: "Basta poco per aiutare questa popolazione, raccoglieremo fondi per sistemare una scuola e dare una mano".

Adottare e sostenere un villaggio in Costa d’Avorio, è questo il lodevole e ambizioso obiettivo dell’Associazione “La Falena” e della sua presidente Elisabetta Bonfico che nell’estate 2020 aveva avviato l’autolavaggio sul viale XXV Aprile a Sarzana ancora gestito da quattro migranti arrivati in Italia. Proprio da qui, dopo aver visto con i propri occhi la realtà di Gadouan, nella regione di Haut-Sassandra, è nata l’idea di prendersi cura dall’Italia di un luogo in cui anche cose basilari come l’acqua o una scuola in cui studiare sono spesso inaccessibili.

“A fine ottobre ho deciso di accompagnare a casa Karim, uno dei ragazzi dell’autolavaggio – spiega Bonfico a CdS – tornava in Costa d’Avorio per la prima volta dopo cinque anni per vedere i suoi parenti e ho deciso di andare con lui. È stato un viaggio molto complicato, non solo per i problemi legati al Covid ma anche per difficoltà logistiche che ci hanno messo a dura prova. Nei quindici giorni che ho trascorso lì – aggiunge – ho avuto modo di vedere come vivono queste persone e ho maturato l’idea, poi condivisa dal resto dell’associazione, di avviare questo “Progetto Africa” per dare una mano”.
“L’intenzione – prosegue – sarebbe quella di iniziare ad esempio adottando una scuola visto che gli edifici non hanno infissi, ci sono tetti di eternit e i ragazzi spesso non hanno libri su cui studiare. La zona è molto difficile da raggiungere, si trova a otto ore di auto da Abidjan, mancano infrastrutture e non c’è nemmeno un ospedale. La gente vive con la raccolta di cacao e caffè che viene fatta però una sola volta l’anno e con un ricavo bassissimo per gli abitanti, tanto che molti genitori sono disposti a dare in adozione i loro figli per fargli avere un futuro migliore in Europa”.

Come aiutare dunque questa popolazione? “Visto che al momento è molto complicato fare iniziative – sottolinea Bonfico, la cui associazione da tempo aiuta senzatetto e migranti con assistenti sociali e privati – vorremmo raccogliere donazioni, anche presso l’autolavaggio, destinandole ad una realtà locale di cui fanno parte anche i familiari di molti dei ragazzi che hanno lasciato la loro casa per cercare lavoro e dignità qui in Italia e aiutare la famiglia, anche se non tutti riescono ad arrivare dopo un viaggio difficilissimo. Per fare due tetti ad esempio bastano mille euro e con poco si potrebbe dare una grande mano a chi vive quotidianamente questa situazione. Anche da lontano si possono fare piccole cose ma importanti. I quindici giorni che ho trascorso lì mi hanno dato tantissimo – conclude Bonfico – è stata una bella esperienza che mi ha trasmesso la forza per fare ancora di più per chi non ha la fortuna di vivere da questa parte del mondo, dove i problemi non mancano ma non sono nemmeno paragonabili”.

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