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A ceparana

“Via Crucis” di Mirella Raggi per la chiesa di Ceparana

Mirella Raggi

Sabato 4 dicembre, alle 17.30. il vescovo diocesano monsignor Luigi Ernesto Palletti, benedirà nella chiesa parrocchiale di Ceparana, intitolata alla Santissima Annunziata, le tavole della “Via Crucis”, realizzate e generosamente donate dalla pittrice Mirella Raggi. Fondamentale il contributo del poeta e bibliofilo Massimo Battolla, recentemente scomparso, che si fece tramite presso il parroco mons. Fausto Spella per dotare la sua chiesa delle stazioni della “Via Crucis”. Detto ciclo venne predisposto per l’omonima pubblicazione editata nella Pasqua del corrente anno, comprendente i pregnanti commenti di Battolla, che danno rilievo alla ricchezza di fede custodita nell’animo del bravissimo poeta. Mirella Raggi, fondatrice e già presidente della locale sezione dell’Ucai. Vanta una biografia di tutto riguardo, valorizzata dagli studi al Liceo Artistico di Carrara e all’Accademia di Brera, allieva di Ugo Guidi e Francesco Messina, e si segnala per i
lusinghieri attestati e gli importanti impegni espositivi in Italia e all’estero.

La pittrice, non nuova nell’affermare la stretta contiguità fra arte e fede, ha elaborato con ammirevole coerenza espressiva gli avvincenti momenti della Passione di Gesù, trasferendo un messaggio di amore da accogliere anche come segno concreto di speranza, capace di sconfiggere il buio che penetra nei cuori delle persone. Emblematica è la luce inenarrabile che avvolse il monte Calvario oscurato dalle tenebre. Battolla, con l’incedere delicato della sua limpida scrittura poetica la interpretava come “l’aprirsi di una nuova visione della vita”, avviata dalla resurrezione del Figlio di Dio. Ciascun protagonista di questa pagina di storia è stato colto dalle mani esperte della Raggi nella propria identità e dalla visione complessiva della sua impegnativa opera emergono i grandi interrogativi riguardanti la nostra esistenza e i valori che la devono connotare. Opportuno, allora. è il riferimento a san Giovanni Paolo II che attribuiva alla vocazione artistica nelle sue distinte articolazioni la peculiarità di un servizio sociale a vantaggio del bene comune.

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