“Si parla molto di cold ironing oggi, di elettrificazione dei porti. Così come è il momento dell’auto elettrica. Bisogna sapere che queste sono transizioni, perché l’energia elettrica va prodotta e oggi si produce soprattutto da fonti fossili. Se le luci della nave vengono accese grazie all’energia prodotta da una centrale termoelettrica, capite che il problema si sposta di qualche chilometro ma non si risolve“. Lo ha detto questa mattina Francesco Di Sarcina, direttore generale dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Orientale ospite del convegno La Spezia Green. Il manager si è soffermato sul tema dell’impatto dello scalo commerciale sulla vita delle città.
“Il porto è una fonte di inquinamento, ma anche una fonte di reddito. Un porto commerciale è poi la porta di ingresso delle merci che tutti noi compriamo. In Italia tutti i porti sono nati attorno alle città, tranne Gioia Tauro, e con questo bisogna fare i conti, ha ricordato ammettendo come “quando si è scatenata l’energia dei giovani attorno al tema dell’ambiente, è successo qualcosa”. Il porto spezzino dovrebbe presto poter beneficiare di un contributo di 60 milioni di euro per l’abbattimento dell’impatto ambientale, disponibili grazie ad un bando emesso dall’ex Ministero dell’Ambiente a valere sui fondi del PNRR.
“Però tutti devono conoscere, soprattutto gli adulti, la complessità di certi processi, che hanno necessità di competenza per essere fatte – ammonisce Di Sarcina -. Per sostituire tutti i camion a diesel con quelli a GNL, le aziende di autotrasporto devono sostenere costi importanti che possono essere affrontati solo nel tempo”. In questo senso “è l’idrogeno la chiave del futuro: permetterà di produrre energia senza inquinare. Dobbiamo quindi combattere per creare una transizione che sia economica e culturale, sapendo riconoscere i nostri obiettivi veri”.
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