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Tutto è partito da pontremoli

Sfruttati e costretti al silenzio: sgominata una banda che vessava un centinaio di camionisti di origine romena

Polizia stradale

Si è conclusa nella mattinata odierna una complessa attività investigativa diretta dalla Procura di Piacenza e condotta dalla Polizia di Stato, che grazie ai poliziotti della Stradale di Massa-Carrara, Piacenza e Pontremoli, ha smascherato un’articolata organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di conducenti di autotreni di nazionalità romena.

I fatti interessano circa un centinaio di autisti, i quali, sotto la minaccia del licenziamento, erano costretti, anche nei periodi destinati al riposo, a vivere reclusi in una sorta di accampamento privo di ogni servizio igienico, allestito presso un piazzale in uso a una delle maggiori società di autotrasporto di Piacenza. L’indagine nasce alla fine di ottobre del 2019, quando una pattuglia della sottosezione autostradale di Pontremoli, fermò per un controllo un autista di origine rumena, che aveva esibito il proprio contratto di lavoro, apparso, però, agli occhi esperti dei poliziotti, falsificato nella data di scadenza.

Da qui, gli investigatori hanno tessuto una fitta rete informativa, che ha coinvolto anche l’Ispettorato del Lavoro e ha permesso di scoprire due società romene fittizie amministrate da persone senza scrupoli, che, approfittando dello stato di bisogno in cui si trovavano gli autisti, li costringevano a lavorare senza alcuna garanzia né diritto e in condizioni igieniche indecorose. Le indagini hanno evidenziato come gli autisti fossero costretti a dormire e soggiornare in pianta stabile nelle cabine dei camion in sosta, a scaldarsi con stufe improvvisate e utilizzare cucine ricavate da pancali e fusti per uso industriale.

Con le ipotesi di reato, che spaziano dall’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, alla truffa ai danni dello Stato, al falso ideologico, i poliziotti, alle prime ore di questa mattina, sono piombati nelle abitazioni degli undici indagati per applicare loro le misure degli arresti domiciliari disposte dalla Procura piacentina e per l’esecuzione delle perquisizioni dall’esito delle quali non si escludono altri importanti sviluppi per le indagini in corso.

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