Diciotto posti, quasi tutti a tempo determinato, distanti dalla Spezia e in parte legati alla stipula dei contratti tra la struttura sanitaria e Alisa. Un flop gigantesco che a poco o nulla serve per tamponare le perdite occupazionali che seguiranno all’internalizzazione del servizio Oss da parte di Asl 5. Sono infatti circa 130 gli Oss dipendenti di Coopservice che non potranno continuare a lavorare nelle strutture ospedaliere spezzine, come hanno fatto in appalto per anni e anni. E venendo meno l’affidamento alla cooperativa, per i tanti che non hanno passato la prima selezione del concorso per l’assunzione diretta da parte di Asl e per coloro che sono risultati troppo lontani dal 159esimo posto per poter sperare in un ripescaggio si profila la ricerca di un nuovo posto di lavoro.
Questo è il motivo per cui i sindacati avevano chiesto a gran voce che ci fosse almeno lo sforzo per cercare una ricollocazione per queste decine e decine di lavoratrici e lavoratori, in molti casi ben oltre i 40 anni, rimasti senza impiego. Alisa e Regione Liguria si erano impegnati con Fp Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil e Fials per cercare una soluzione per il maggior numero di persone studiando i fabbisogni del personale delle strutture sanitarie. Ma nel corso dell’incontro che si è svolto ieri a Genova il direttore di Alisa Francesco Quaglia e il suo staff hanno portato una proposta talmente esigua da essere irricevibile per i rappresentanti dei lavoratori spezzini, che hanno così immediatamente chiesto un incontro al presidente e assessore regionale alla Sanità, Giovanni Toti.
A stizzire le sigle, non è stata solamente l’inconsistenza della soluzione trovata – con 18 posizioni lavorative per una platea di circa 130 Oss disoccupati – ma anche per il posizionamento geografico, la tipologia di contratto e, infine, perché prima della riunione di ieri era filtrato che si era registrata la disponibilità da parte delle strutture per oltre 70 posti. Invece le strutture che hanno risposto positivamente all’appello sono solamente 11 e di queste ben 9 sono nel territorio della Asl 4.
Si va da Rapallo a Né, da Chiavari a Carasco, sino a Castiglione Chiavarese. Solamente due le strutture nello spezzino, e nella fattispecie nel capoluogo. E in alcuni casi per i posti di lavoro nel Tigullio scovati da Alisa è anche richiesta la residenza nella zona e la possibilità di muoversi autonomamente con la propria auto.
Quasi sempre, come detto, si propongono contratti a tempo determinato di 12 mesi, in qualche caso sono anche trasformabili in tempo indeterminato, ma solo in un paio di occasioni. Per altri 5 posti di lavoro, a Rapallo, è necessario transitare attraverso un’agenzia interinale, mentre le assunzioni per le quali si è resa disponibile una clinica spezzina sono vincolate all’esito del contratto per il 2022 con Alisa e Asl.
Comprensibile dunque la reazione piccata dei sindacati, che si sono lamentati con forze per l’inadeguatezza del management sanitario e per la confusione che regna sovrana sulla vertenza Oss. Non bisogna dimenticare infatti gli intoppi e i ricorsi che caratterizzano il concorso per l’assunzione a tempo indeterminato dei 159 Oss, ma nemmeno il silenzio nel quale è piombato l’iter per l’assunzione di altrettanti operatori sociosanitari a tempo determinato, lanciato da Asl 5 in parallelo al primo per evitare di trovarsi senza personale a partire dal 1° gennaio, in attesa della sentenza del Tar fissata a febbraio.
Una questione complessa, che si è ingarbugliata sempre di più col passare del tempo, e che ha portato i sindacati a indire lo stato di agitazione.