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Area verde di Via Bellini, consiglieri di opposizione e abitanti: “Non è in abbandono e la casetta è inagibile” fotogallery

Abitanti e consiglieri di centrosinistra nell'area verde di Via Bellini

L’intenzione dell’amministrazione comunale di affidare a gestione privata l’area verde di Via Bellini non convince Pd, Leali a Spezia e Spezia bene comune. Ma non fanno i salti di gioia nemmeno gli abitanti della zona, che non comprendono le ragioni di questa scelta e, ricordando con poco entusiasmo le esperienze del recente passato, si sono presentati questa mattina nel parco per capire cosa sta accadendo e scambiare le proprie opinioni con i consiglieri di centrosinistra.

“Siamo rimasti stupiti – afferma Guido Melley, capogruppo di Leali a Spezia – nel vedere che l’amministrazione ha deciso di mettere a bando la gestione di quest’area e volevamo capire se davvero ce n’era il bisogno, oppure se ci sono le potenzialità di redditività per giustificare le condizioni previste dalle linee guida della gara. Ma davvero è sufficiente un bar ristoro per rendere sostenibile questa operazione da 9 anni di contratto, più altri 9? Magari il privato vorrà fare altro, visto che non è vietato. Chissà che non voglia realizzare un campo da paddle. Anni fa era stata collocata una piscina gonfiabile, e i vigili erano qua tutti i giorni. Inoltre il rischio è di una concessione quasi irreversibile, vista la lunga durata. Non abbiamo nessuna pregiudiziale su questo genere di affidamenti, ma si tratta di scelte da fare in maniera molto più prudente: questa ci sembra un’operazione forzata. Per l’assessore Gagliardi quest’area verde sarebbe in totale abbandono: io penso che non sia mai venuta a vedere”.

Col ricordo della piscina gonfiabile è iniziato il vociare dei residenti. “Ne misero anche due di piscine. E con i centri estivi al mattino e i bambini delle scuole al pomeriggio la situazione era insostenibile. Il parco è davanti alle finestre di decine e decine di famiglie. Gli orari di maggiore frequentazione sono importanti”, hanno affermato alcuni abitanti.
“Non vogliamo un privato che gestisca il parco, però un responsabile ci vorrebbe. Una volta c’era il volontariato, ora vengono gli operatori ecologici, ma per alcune questioni sarebbe utile la presenza di una sorta di custode”, ha aggiunto qualcun altro.

“Anche il tempismo con il quale la giunta arriva a decidere di mettere a bando la gestione è quanto mai dubbio – ha dichiarato Iacopo Montefiori, segretario provinciale del Partito democratico presente in sostituzione dei consiglieri Raffaelli ed Erba, impegnati al lavoro -. A sole 48 ore dall’interpellanza e dalla richiesta di commissione sul tema l’amministrazione ha lanciato il bando. Questa è un’operazione di respiro elettorale. Ma il vero valore di spazi come questo è che sono di tutti, che rappresentano un pezzo di vita comune del quartiere. In più c’è il tema tecnico-amministrativo delle decisioni prese chiudendosi in una stanza: in passato abbiamo sbagliato anche noi in questo senso, e sappiamo che poi queste scelte non hanno seguito da parte della popolazione. Lo ripeto anche io: quest’area verde non sembra in stato di abbandono. E se fosse stato vero perché l’amministrazione non ha pensato prima di darla in gestione? Perché proprio ora, a sette mesi dalle elezioni?”.

A promettere battaglia in commissione e in consiglio comunale c’era anche Massimo Lombardi, consigliere di Spezia bene comune – Rifondazione comunista ma anche residente della zona.
“Il valore aggiunto di un’area come questa è la tranquillità e la fruibilità aperta a tutti. Invece l’amministrazione pensa solo al profitto, senza guardare al bene comune. Sono un esempio simile i parchi pubblici delle Pianazze: sino a quando c’erano privati che riuscivano a trarne un profitto le cose sono andate abbastanza bene, poi sono finiti in stato di abbandono. A volte basterebbe ascoltare la popolazione. I cittadini sono coloro che sanno davvero come stanno le cose: per esempio nel bando non compare da nessuna parte che la casetta dell’area verde di Via Bellini è senza allacci, non accatastata e non agibile. Queste sono informazioni importantissime che potrebbero anche rendere illegittimo il bando”.

Di fronte agli abitanti che chiedono quali saranno i prossimi passi e quali le prospettive per convincere l’amministrazione a tornare indietro Melley ha assicurato: “Manifesteremo alla maggioranza che c’è malumore tra gli abitanti del quartiere, ma ci diranno che se volete dire qualcosa dovete andare in Comune. Per questo vi consiglio di mettere insieme alcuni punti e raccogliere le vostre firme per portare la vostra posizione a Palazzo civico. L’ipotesi di un ricorso? E’ molto complicata, speriamo che non occorra”.
Tra i residenti ha poi iniziato a tenere campo la questione della rappresentatività del comitato Fossitermi, guidato da Marisa Granello: “Hanno affrontato il tema dei parcheggi con l’amministrazione ma, oltre al fatto che non ci rappresenta per niente, risulta che non è costituito dal punto di vista legale. E il Comune certe cose le deve considerare”. Un tema, quello della rappresentatività e della partecipazione che ha spinto Montefiori a fare una promessa: “Da quando non ci sono più le circoscrizioni il problema per i quartieri è evidente. Proporremo un ritorno della partecipazione, ma che sia elettiva. In quasi tutti i Comuni ci sono le Consulte territoriali, qua niente”.

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