“Chi decide su Enel è la Regione”. Lo ha detto ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando, nel corso dell’incontro sui temi del lavoro di cui è stato protagonista ieri al cinema Al Nuovo insieme al Pier Luigi Bersani. Stimolato dalle domande di Manuela Cavallo il ministro spezzino ha toccato numerosi temi nazionali, ma anche questioni locali. “Non c’è alcun passaggio discrezionale del governo sul progetto della centrale a gas. La Via è un atto dovuto e se è conforme deve essere rilasciata. Sarà la Regione poi a dire sì o no alla riconversione della città. Il Consiglio dei ministri ha approvato un piano tempo fa, ma sono le Regioni a dare la valutazione finale. Penso ci siano le condizioni per fare un ragionamento di maggior respiro rispetto al gas in quell’area. Certo, forse era meglio avviare questo ragionamento un po’ prima. Il compito di un sindaco non è dire: “e il governo cosa fa?” E lui, il sindaco, che fa? I comuni hanno funzione di pianificazione, hanno i Puc: e Peracchini cosa ha detto che vuole fare al posto della centrale Enel? Niente. Non è una gran base per una trattativa… e siamo in un momento con una grande mole di investimenti…”.
Oltre che del futuro della centrale, Orlando ha parlato anche del presente di Oto Melara. “Bisogna mantenere l’unicità della produzione che è di interesse strategico ed è giusto che non vada in mani estere. Ho parlato con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e mi ha confermato che l’intento non è quello di andare in questo senso. Ci sono le condizioni per fare diversamente. Si tratta di capire perché Leonardo decide di cedere la divisione difesa per concentrarsi su core un business più definito senza ipotizzare un ruolo per la La Spezia nel futuro”.
L’apertura dei lavori era stata affidata a Iacopo Montefiori, segretario provinciale del Pd, e Luca Gazzano, omologo di Articolo uno, forza politica che ha organizzato l’evento. “Solo sino a pochi mesi fa la destra sembrava un’armata invincibile. Ora possiamo dire che non è più così: un centrosinistra unito può vincere. E la platea di questa bella mattinata – ha dichiarato Montefiori – lo dimostra. Dobbiamo essere capaci di rispondere alle nuove sfide portate dalla pandemia. Dobbiamo farlo anche nel mondo del lavoro”.
Prima di avviare l’intervista a Orlando e Bersani la parola è stata data ai sindacati, che hanno sottolineato le vertenze più importanti del momento.
“È il momento della responsabilità, della concretezza e della celerità per l’utilizzo delle risorse del Pnrr. Non possiamo accontentarci della situazione attuale”, ha detto Antonio Carro, numero uno provinciale della Cisl, ringraziando Orlando per la disponibilità annunciata per la vertenza Oto Melara.
Luca Comiti, membro della segreteria della Cgil, si è aggiunto chiedendo di non dimenticare le aree militari. “Ho visitato gli spazi che potrebbero accogliere le attività di formazione in arsenale lanciate dal ministro nelle scorse settimane, ma è necessaria anche una grande qualità della formazione fornita. E poi c’è il turismo, dove serve soprattutto buona occupazione. E lotta all’evasione”.
Per la Uil spezzina ha preso il microfono il portavoce territoriale Marco Furletti che ha esordito parlando della condizione del lavoro femminile e dei diritti, ma anche delle modifiche necessarie sul fronte degli appalti. Infine un accenno al caso Oss di Coopservice: “Non ci possiamo permettere di cacciare dagli ospedali 110 persone che ci hanno lavorato per anni per conto di una cooperativa solo per il blocco delle assunzioni imposto dalla riforma Brunetta. Non abbiamo avuto vicine le amministrazioni della Spezia e Sarzana, questo va detto. E oggi chiediamo al ministro: c’è forse uno spiraglio nella legge di bilancio, con la regolarizzazione degli angeli-eroi che hanno lavorato in appalto per salvare vite durante la pandemia? Questi lavoratori meritano una soluzione concreta”.