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Le pagelle: Gracili in difesa, soffocati a centrocampo. La bella notizia è M’bala Nzola

Forse il reparto difensivo per non soccombere in questo modo avrebbe bisogno di una protezione diversa che solo una variazione tattica può generare? E' la considerazione a freddo sul 5-2 di Bergamo, ennesima goleada di stagione. Davanti si migliora ma anche al Gewiss Stadium il dramma è dietro: negli uno contro uno, nelle ripartenze, nelle seconde palle.

M'Bala Nzola

Provedel 5.5 – Zapata gli calcia addosso e lui ha l’indubbia bravura di rimanere in piedi sino all’ultimo ma sulla ripetizione del penalty non può nulla sulla conclusione dello stesso attaccante che stavolta usa la potenza per andare sul sicuro. Nessuna colpa sul primo e il terzo gol incassato, evita il poker distendendosi sulla destra per frenare il siluro del solito inesauribile Zapata. Fino a quel momento la sua prova era ben più che sufficiente ma sui gol finali non ha la solita prontezza: la girata di Muriel, angolata e improvvisa ma non sembra così veloce da non poter essere deviata, così il sinistro angolato di Malinovskyi che gli batte davanti e lo sorprende.

Amian 6 – Dietro è quello che sbaglia meno del reparto contro una squadra che fa dell’arrembanza il suo concept. Riesce con dedizione nell’intento di limitare Maehle ma sul terzo gol si dimentica di Pasalic, uno che quei gol li fa ad occhi chiusi: alla fine della cinquina patita, è il gol che fa arrabbiare di più ma non è soltanto responsabilità sua. Il secondo tempo fa calare i bergamaschi e nel finale gli tocca il neo-entrato Muriel che si sveglia dal letargo e trova, come l’anno scorso, un gran bel gol. Comunque in crescendo.

Erlic 5 – Corre dentro l’area di rigore proprio al momento della conclusione di Zapata, ma rimangono dubbi enormi sulla decisione del Var che di fatto decide la partita: i suoi piedi, vista e rivista al rallenty, sembrano oltre la linea pur in una situazione di movimento. La circostanza non chiarisce del tutto e se questo è il metro un rigore su due andrebbe ripetuto. L’errore di Martin è quello di voler anticipare uno Zapata sarebbe comunque potuto finire in fuorigioco in caso di tap-in. Quell’episodio è lo spartiacque di tutta la partita ma anche della sua prestazione. I due gol nel secondo tempo abbassano i sui voti, importante capire la sua condizione visto che è stato tanto fermo per poi tornare per tappare l’emergenza.

Atalanta-Spezia

Hristov 5 – Perde il duello fisico nella corsa spalla a spalla con Zapata che genera il tris dei padroni di casa: il divario è davvero troppo grande per lui e non è neppure il caso di infeirire. E’ vero però che i pericoli nascono tutti dalla sua zona di competenza e l’Atalanta, con l’ingresso di Muriel e Malinovskiy, non perde affatto la confidenza con il gol, andando oltre il compito. Non può essere felice per questo ma forse il reparto per non soccombere in questo modo avrebbe bisogno di una protezione diversa che solo una variazione tattica può generare.

Bastoni 5 – Inizia molto bene, accompagnando la manovra offensiva con la sua inconfondibile falcata che il nazionale Toloi è costretto a fermare con le cattive beccandosi un inevitabile cartellino giallo. Alla lunga però è quella la corsia dove Gasperini costruisce la rimonta: Zappacosta ed Ilicic sono un combinato disposto di qualità e corsa fra i più competitivi della serie A e lui finisce stritolato.

Kovalenko 5 – L’Atalanta lo ha mandato in Liguria per dargli quel minutaggio che a Bergamo non avrebbe avuto e contro i suoi ex compagni si vede come i lampi in un manto di nebbia: più fuori che dentro la polpa, è questa la sua pecca più grande. Lui che avrebbe presenze ed esperienza per guidare la macchina invece di accomodarsi dietro e guardare la vita dal finestrino posteriore. (Dal 19′ Colley 6 – Si accende due volte, ci prova da lontano e si prende anche qualche applauso da parte del suo ex pubblico. E’ figlio di Zingonia ma vuole affermarsi in maglia bianca e probabilmente sarà nell’undici di partenza che fra una settimana sfiderà il Bologna).

Giulio Maggiore

Sala 5 – Una prima mezz’ora in cui il centrocampo dello Spezia è all’altezza dei fortissimi avversari, poi l’episodio del penalty che lo vede sfortunato protagonista: tiene le braccia dietro il corpo per evitare spiacevolezze ma sulla conclusione di Mahele, forse anche per istinto di protezione, finisce per aprirle troppo e la massima punizione è inevitabile. Resta ancora indecifrabile il cartellino giallo che Abisso gli sventola in faccia subito dopo ma nel dubbio di altri episodi accidentali (vista anche la giornata non esattamente fortunata), Motta lo richiama in panchina. (Dal 19′ Reca n.g. – Bene vederlo in campo, è già questa una notizia. Ora si alleni bene e inizi a fare il suo mestiere. Le doti con cui lo abbiamo conosciuto promettono un calciatore completo e di stazza).

Maggiore 5.5 – Sul suo destro a giro si spengono le residue speranze di recuperare un match da tempo avviato sui binari atalantini. Gioca una partita in un contesto difficile per il valore assoluto di chi gli sta di fronte, ma alla fine anche oggi qualcosa lo combina: detto del gol sbagliato sul 3-1, non va dimenticato quando nel primo tempo con i suoi ancora in vantaggio, manda in porta Nzola che cincischia invece di sparare. Oggi Motta lo colloca leggermente più avanti per sfruttare le sue doti, l’augurio è che si sblocchi in una partita più praticabile di quella odierna.

Atalanta-Spezia

Verde 5 – Una rosa piena di spine che inguaia la retroguardia dell’Atalanta sia quando inventa in solitaria sia quando scarica sul compagno smarcato: è lui a propiziare il vantaggio con quel sinistro al veleno che Musso riesce soltanto a smorzare sul legno. Le sue scarpette brillano il tempo delle lucciole poi sparisce dalla scena quando l’Atalanta inizia a fare la voce grossa. La gara perdere le caratttieristiche a lui gradite e Motta lo toglie. (Dal 6’st Manaj 5.5 – Un fisico da serie A, il resto delle qualità è ancora un’incognita. Ma entra con la rabbia giusta, si piazza dietro Nzola e non difetta di volontà. Ma non incide e non riesce a guidare la controrimonta).

Nzola 7 – Diciannove minuti sono più che sufficienti ad imprimere il suo sigillo sulla partita: freddo in testa, caldo nel piede quando infila sotto le gambe di Musso il vantaggio a sorpresa degli aquilotti: le prestazioni suggerivano ottimismo, ma Mbala, che aveva esultato per il gol con l’Angola, è una punta e il gol è il liquido pneumatico che gli mancava. Molto meno efficace quando cercare il cambio piede in un fazzoletto, sprecando un’ottima ripartenza. Motta lo tiene in campo sino all’ultimo nonostante nel secondo tempo l’Atalanta dilaghi ma almeno riesce a togliersi la soddisfazione di segnare ancora, dalla stessa mattonella del primo tempo: stop di petto e conclusione a pelo d’erba che non lascia scampo. La sua doppietta è la notizia più bella in un pomeriggio negativo per il punteggio, non per la prestazione.

Gyasi 6 – Subito un giallo dopo 5′ per fermare la ripartenza: gli costerà il Bologna. Davanti non si vede praticamente mai, preoccupato forse di dare una mano ad un Bastoni in difficoltà. Recupera qualche palla vagante, per il resto è gara di sofferenza. (Dal 36’st Podgoreanu n.g.)

Tifosi spezzini a Bergamo

Thiago Motta 5 – Lo Spezia corre tanto e bene e gioca una mezz’ora iniziale con personalità e qualità collettiva. Nessun calciatore in maglia bianca si illude per il vantaggio, conoscendo le qualità dell’avversario che infatti riesce a pareggiare con una giocata marchio di fabbrica e ribalta con quel rigore maledetto che mette in discesa il pomeriggio dell’Atalanta. Il tris piega le gracili gambe della sua squadra, lui cambia interpreti per ottenere più fisicità ma ormai il solco è tracciato anche se chi entra non è soltanto una comparsa e questo fa bene sperare per il proseguo. Non può essere felice perchè per l’ennesima volta arriva una goleada impietosa che riapre l’ennesima discussione: forse il reparto difensivo per non soccombere in questo modo avrebbe bisogno di una protezione diversa che solo una variazione tattica può generare. Possibile che l’Atalanta tre volte su cinque vada in porta e faccia gol in contropiede? Perché se è vero che la prova dei suoi ragazzi non è totalmente da buttare è il passivo che poi si ricorda quando si ritorna ad allenarsi.

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