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L'adesione della politica

Catene e tende da campeggio, attivisti e politica a Saliceti per dire no al digestore

Ha preso il via oggi alle 15.00 la 24 ore di presidio nei pressi dell'area dove è in programma la realizzazione dell'impianto di trattamento della frazione organica.

Ha preso il via oggi pomeriggio alle 15.00 il presidio di 24 ore organizzato a Saliceti dal Comitato No biodigestore. I partecipanti si sono raccolti accanto all’attuale Tmb e all’area dove dovrebbe sorgere l’impianto di Recos, che ha completato il suo iter autorizzativo ma che sul quale grava un ricorso che sarà affrontato a gennaio. Il pomeriggio ha visto la presenza di un centinaio di persone – chi veniva, chi andava– e gli interventi di diversi volti del mondo associativo e politico. Sotto il gazebo alcuni attivisti del Comitato No biodigestore e il segretario del Pci ligure Bellegoni simbolicamente incatenati; di fianco, due ampie tende da campeggio che consentiranno di dare continuità alla mobilitazione anche in notturna. All’iniziativa hanno aderito numerosi sodalizi: Acqua bene comune, Anpi, Cittadinanzattiva, Comitato Ponzano e dintorni, Comitato Sarzana che Botta, Italia nostra, Legambiente, Lipu, Manifesto per la sanità. Presenti altresì la sindaca Pd di Santo Stefano Paola Sisti, che ha ribadito la volontà di fermare il progetto e per l’amministrazione vezzanese l’assessore Nadia Lombardi, esponente Rifondazione. Non è mancata la risposta delle forze politiche. Presenti Lista Sansa (consigliere regionale Centi), Movimento 5 Stelle (consigliere regionale Ugolini e comunali Giorgi e Pucci), Pd presenti il segretario Montefiori, il consigliere regionale Natale, il capogruppo Menconi), Pci col menzionato Bellegoni e altri militanti, Rifondazione (presenti la segretaria Fedi e la consigliera Battistini), il consigliere comunale spezzino di Forza Italia Baldino, il capogruppo di ‘Uniti per cambiare’ Cucchi, quello di ‘Salute e Ambiente’ Mondini, e ancora Dina Nobili, consigliere provinciale ex Italia viva. Numerosi gli interventi di attivisti ed esponenti politici, che si sono pronunciati contro la realizzazione dell’impianto, contestandone ora l’impatto sul territorio, ora il percorso politico e amministrativo che ha accompagnato l’ok al progetto.
Al presidio botta e risposta tra la sindaca Sisti e il capogruppo Mondini. Il consigliere di opposizione, nel suo intervento, ha affermato, in merito alla bocciatura, stamani in consiglio, di due delle sue quattro mozioni sul biodigestore (in particolare quelle che proponevano un’integrazione, una inoltrando ulteriore documentazione al Tar, l’altra al Mite), che “sono state bocciate per un’operazione fatta con l’approvazione di tutto il consiglio, me escluso, che ha spostato la mia interpellanza sullo stato di avanzamento dei ricorsi a prima delle mie mozioni. Un’operazione forse strategica per anticipare le mie mozioni con una presentazione, da parte degli avvocati, che serviva a convincere tutto il consiglio. Così facendo l’aspetto giuridico della possibilità che i motivi aggiunti potessero spostare in avanti la sentenza di gennaio è ovviamente decaduto”. “Vorrei non passasse l’idea che siamo a favore del biodigestore per il voto di stamattina. I legali Piera Sommovigo e Marco Grondacci, professionisti nei quali nutriamo piena fiducia e che hanno sempre partecipato alle battaglie per l’ambiente, hanno spiegato e dimostrato quanto sia approfondito il ricorso presentato e come inserire oggi motivi aggiuntivi potrebbe produrre danni a livello di iter giuridico legale. Noi il progetto vogliamo fermarlo e i ricorsi li abbiamo fatti per vincere”.

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