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Stop alla conferenza dei presidenti

Sedi e parità di genere, Lerici modifica il regolamento dei comitati di frazione

In commissione l'iter per rivedere le norme. Le perplessità dell'opposizione.

Commissione capigruppo a Lerici

Lerici al lavoro sulle modifiche al regolamento dei comitati di frazione. L’amministrazione comunale ha messo nero su bianco una serie di ritocchi “dopo che già nel 2015, quando siamo stati eletti, abbiamo operato delle modifiche per mettere al centro l’organismo dell’assemblea di frazione come strumento di partecipazione”, come detto ieri dal sindaco Leonardo Paoletti affrontando il tema in commissione capigruppo, presieduta dalla consigliera Luisa Nardone, presenti i capigruppo Agnellini, Bucci, Muro, Ratti in vece di Vara. “Il comitato di frazione – ha proseguito il primo cittadino – è l’assemblea dei cittadini, mentre il consiglio è l’organo che si cura di convocare l’assemblea e predisporre l’ordine del giorno. Pareri e proposte rientrano nella funzione propriamente assegnata all’assemblea”. Tra i punti della revisione proposta, la cancellazione della conferenza dei presidenti dei consigli di frazione: “Lo scopo è portare la gente in assemblea, una struttura come la conferenza dei presidenti non ha più ragione di esistere, è un organo dove le singole assemblee perdono funzionalità”, ha rilevato il sindaco.

Altro punto, la parità di genere nei consigli di comitato. L’orientamento è cercare di stimolarla sia in sede di votazione, con l’elettore che può esprimere due preferenze solo se di genere diverso, ma anche in sede di presentazione delle candidature – raccolte in un’unica lista, anzi ‘elenco’, come si intende rinominarla. “Si potrebbe ad esempio immaginare – ha spiegato il sindaco – che chi si candida debba farlo in coppia con una persona di genere diverso. Poi non sono per forza da votare assieme in caso di doppia preferenza”. Scetticismo dai consiglieri Bernardo Ratti (Siamo il Golfo dei poeti) e Giovanni Agnellini (Lerici sogna), preoccupati del rischio che questa novità possa complicare la formazione dei consigli, che ad esempio a Lerici e San Terenzo prevedono un numero minimo di 5 persone e massimo di 9. “A volte è stato un problema chiudere le liste, con questo paletto può diventarlo ancora di più”, per l’esponente di Siamo il Golfo dei Poeti. “In questo modo, se non ci sono abbastanza donne il rischio è che non possano candidarsi nemmeno gli uomini e viceversa”, ha rilevato il capogruppo di Lerici sogna. “Ad ogni modo, nel caso non sia possibile formare il consiglio – ha affermato il sindaco -, il comitato esiste comunque. L’assemblea, il suo organismo principale, la convoca il sindaco. Se c’è un consiglio eletto, deve convocarla almeno una volta ogni sei mesi; se non c’è, deve farlo il sindaco una volta ogni quattro mesi, con ordine del giorno deciso dai capigruppo consiliari”. Una ulteriore modifica riguarda la sede del comitato di frazione, che viene individuata dal sindaco con un decreto e che è lo spazio deputato ad accogliere la riunione dell’assemblea di frazione “pena la nullità della convocazione”, come si legge nella proposta di modifica. “Non più quindi, ad esempio, assemblee del comitato di frazione in piazza, dove non è nemmeno facile capire chi vota”, ha spiegato il sindaco.

“Questa proposta di modifica è la conferma che i comitati di frazione sono visti dall’amministrazione Paoletti come un fastidio e non come un’opportunità di confronto – ha osservato Ratti per Siamo il Golfo dei poeti, lista che ha messo nero su bianco una serie di critiche e perplessità -. Il compito del consiglio di frazione si limiterebbe alla convocazione dell’assemblea, senza ascoltare i cittadini. Addirittura le riunioni del consiglio non sarebbero più pubbliche. Le riunioni del consiglio sono sempre servite ai cittadini per intervenire e segnalare, e ora si vuole che siano a porte chiuse. A cosa serve quindi indire le elezioni e formare un consiglio? A questo punto le assemblee le convochi direttamente il sindaco predisponendo anche l’ordine del giorno. Inoltre, con le modifiche proposte sparirebbero funzioni basilari del comitato e del consiglio di frazione, quali la possibilità di indire referendum di frazione, di effettuare sondaggi di opinione tra i cittadini, di stimolarli affinché si attivino con studi e ricerche sul territorio e sugli interessi generali della frazione. Sparirebbe anche la conferenza dei presidenti, utile per scambiarsi opinioni magari su problematiche simili. E sul discorso della sede, non si capisce quale sia il problema: in passato sono state fatte assemblee numerose anche all’aperto e alcune volte in seduta comune tra due comitati. Infine, rileviamo che all’Art.32 del regolamento si legge che entro sei mesi dall’insediamento del consiglio comunale si deve procedere al rinnovo dei consigli di frazione, con data fissata dal sindaco. Ebbene, a oltre un anno dalle elezioni amministrative, la data non è ancora stata definita. E non c’entra il Covid, sia perché in ogni caso si potevano indire prima, sia perché anche nello scorso mandato sono state indette dopo circa un anno”. Dal gruppo la volontà di “indicare delle modifiche sostanziali al regolamento proposto dall’amministrazione perché consideriamo i comitati di frazione basilari per la vita democratica e partecipativa della comunità, non un fastidio”. Entro il 30 novembre prossimo nuova riunione della capigruppo per fare un ulteriore punto sulle modifiche al regolamento prima di portarle in consiglio.

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