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L'idea di un memoriale, ma non tutti sono d'accordo

“Le salme dei partigiani non verranno spostate senza il consenso delle famiglie e delle associazioni”

Al centro del dibattito della III commissione lo spostamento delle salme dei partigiani in un'unica area del camposanto monumentale spezzino. Appello bipartisan dai commissari all'amministrazione: "Ci sia maggior dialogo con i diretti interessati". Dal Comune: "Al momento nessuna rimostranza, ma se ci saranno siamo pronti al dialogo".

Cimitero dei Boschetti

Nessuno partigiano sarà spostato all’insaputa di famigliari e associazioni per la realizzazione di un’area dedicata al memoriale dei partigiani al cimitero dei Boschetti. A sottolinearlo è stata l’avvocato Laura Niggi nel corso della III Commissione consiliare che si è concentrata sul tema della razionalizzazione del camposanto. A richiederla Marco Raffaelli, che in coda ha fatto appello affinché vengano audite in quella sede sia le famiglie che le associazioni.

In apertura Raffaelli ha sottolineato: “Il primo annuncio che ha creato preoccupazione nell’Anpi e tra i familiari dei partigiani. L’associazione però non sarebbe stata coinvolta. Secondo gli interessati e anche a mio avviso ha un valore storico e simbolico lasciarli nei cimiteri di frazione, per alcuni anche luogo d’origine. Vorremmo sapere la reale intenzione dell’amministrazione” .

Ha risposto l’assessore ai Servizi cimiteriali Filippo Ivani: “Da Anpi e dai suoi iscritti non ho ricevuto segnalazioni. Ed è nostro interesse confrontarci se avessero delle rimostranze. In giunta, abbiamo pensato a diversi spostamenti e alcune iniziative dedicata alle urne biodegradabili, allo spostamento dei caduti della Marina. Nell’area 43 poi andranno i resti ossei dei partigiani, ma è per dare un senso storico alla lotta partigiana stessa. Sono più che sicuro che questa azione sia da accogliere positivamente. Se però ci saranno rimostranze da Anpi e altre persone sarò ben disponibile a confrontarmi“.

Ha ripreso parola Raffaelli: “Il valore storico e culturale si ha quando i resti rimangono dove ha vissuto oppure scelto di essere sepolto. Levare i resti di queste persone e portarli in un cimitero unico può far venire meno questi legami. A mio avviso è un’azione per razionalizzare. Chiedo all’assessore di mettersi nei panni di chi ha letto sui giornali una notizia simile. Quindi in base alle sue parole si evince che non avete contattato nessuno per lo spostamento dei resti. Mi pare anche di capire che state andando avanti anche senza aver sentito i diretti interessati?”.

Il presidente commissario Cenerini ha avanzato alcune riflessioni: “A livello storico e politico, siamo in un paese dove si parla sempre fascisti e partigiani, fossi stato nell’amministrazione un passaggio preventivo l’avrei fatto per non finire in mezzo alle polemiche. So che l’amministrazione agisce nell’interesse di tutti, se il capitolo non è ancora chiuso sarebbe forse opportuno intraprendere questo percorso di confronto”.

Il consigliere commissario Emanuele Corbani è intervenuto: “Non ci sono state osservazioni da parte di nessuno. Quindi, di cosa stiamo parlando? E’ chiaro che è un tema che tocca tutti. Poi c’è un tema collettivo per ciò che queste persone rappresentano, ma ci sono i sacrali. E’ normale che delle salme legate a un momento storico possano essere tutte in un punto che ne permetta un luogo di culto comune. Il punto di equilibrio si trova nelle norme della Polizia mortuaria. Sono operazioni tristi e pietose ma normali. Il problema dello spostamento, in questo caso a mio avviso, si vede perché si vuol vedere. Quando le famiglie riceveranno le lettere, l’amministrazione potrà coglierne il diniego o il favore”.

E’ intervenuto Massimo Baldino: “Vista la delicatezza del tema, un passaggio preventivo sarebbe stato necessario. Contraddico però Corbani, non è vero che i cittadini si sono visti recapitare delle lettere. Non credo che spostare i partigiani porti qualcosa in più. Ho apprezzato anche al pensiero che è stato rivolto agli animali, le migliorie si prendono con rispetto, ma spostare le tombe come in un domino che non ha mai fine. Non vedo questa operazione di buon occhio”.

Il commissario Federica Pecunia: “Il ragionamento fatto da Cenerini sulla comunicazione è più che giusto, non condivido quello di Corbani. Trovo intelligente riservare un luogo della memoria ai partigiani, di sicuro è un’iniziativa pregevole. Mi sfugge però se davvero se si tratta di voler trovare un luogo migliore dal punto di vista memoriale oppure se si tratti di una riorgnanizzazione per gli spazi. Non si può paragonare a una normale attività cimiteriale. Io non penso sia mai tardi contattare familiari e associazioni. Se non ci sono delle statische che dimostrino che alcune famiglie sono disponibili, perché stiamo portando avanti un’ipotesi? Forse andrebbe portata avanti in un altro modo. Questa vicenda dovrebbe fermarsi e ripartire con un metodo che questa amministrazione non vuole comunicare”.

Il consigliere Guido Melley: “I partigiani meritano un’attenzione particolare, non solo sensibilità ma anche acume politico. Se assessore e sindaco lo riterranno sarebbe meglio che avviino un confronto con associazioni e famiglie. Non aspettate le rimostranze, confrontatevi e spiegatevi che potrebbe anche esserci un’importante condivisione”.

Corbani: “Melley fa campagna elettorale”. Raffaelli ha voluto riprendere la parola e ha rinnovato le domande fatte in precedenza. Piccata la risposta dell’assessore Ivani: “Non posso spiegare tutte le volte che aspetto la fine degli interventi. Non devo essere sempre sollecitato”.

Cenerini ha aggiunto: “Non si può sentire l’Anpi, l’iniziativa è lodevole ma a volte potrebbero non essere condivise”. Ivani ha risposto: “Sicuramente ci sarà un passaggio con l’associazioni. La delibera di giunta, comunque è precisa. Ci sono più motivazioni e se vogliamo interpretare questa scelta come una dichiarazione di guerra in vista della campagna elettorale siete liberi di pensare ciò che volete. Aggiungo che comunque con gli uffici ci organizzeremo per un confronto con le famiglie”.

L’avvocato Laura Niggi è intervenuta per un punto della situazione dal fronte tecnico. “Noi non trasleremo le spoglie dei partigiani senza il consenso delle famiglie, ci mancherebbe, e del Comitato unitario della Resistenza. Il trasferimento avviene solo ed esclusivamente su richiesta dei famigliari. Ci sono molti che hanno fatto richiesta che ci fosse la possibilità di raccogliere ossa e ceneri in una zona dedicata ai Boschetti. Gli uffici lavorano solo sul consenso delle famiglie e in questo caso del Comitato. Non ci sono trasferimenti all’insaputa“.

Baldino ha avanzato una proposta: “Si potrebbe realizzare una lapide con tutti i nomi, senza però spostare nessuno. Chiaro che se poi famiglie e associazioni saranno d’accordo non ci saranno obiezioni”.

 

 

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