Il Comitato solidarietà immigrati della Spezia non si è mai fermato ma è arrivato a un punto di svolta e ha deciso di rinnovarsi. Sono tanti gli impegni che il nuovo direttivo dovranno seguire con il presidente Madiaw Ngom e Maria Peralta in veste di vice presidente.
Per il rinnovato comitato ci sono nuove esigenze alla luce di un tessuto cittadino completamente cambiato a partire dalla presenza delle comunità straniere. Oltre a quelle già radicate sul territorio provenienti dall’est Europa, del Sud America e dall’Africa è sempre più forte la presenza di tante persone provenienti dall’Asia Meridionale.
Questo continuo cambiamento per il Csi ha richiesto un nuovo impegno e anche una nuova sede in Via Don Minzoni 64. Alcune attività di mediazione riprenderanno, tra queste anche quelle di orientamento per districarsi con la burocrazia italiana, ma l’obiettivo sarà anche quello di rinnovare i rapporti con tutte le istituzioni locali.
“Il nostro lavoro in questi anni si è rallentato – ha spiegato il presidente Madiaw Ngom -, il primo obiettivo è quello di rinsaldare i rapporto con tutte quelle comunità che non sono ancora state raggiunte dal Comitato solidarietà immigrati. La prima attività che metteremo in campo sarà proprio incontrarle. Il passo successivo sarà incontrare i funzionari e le figure apicali delle istituzioni locali quindi forze dell’ordine, prefetto, questore. In questo momento dobbiamo anche valutare e riorganizzare le attività che svolgevamo in passato e come sia possibile rinnovarle”.
“Ci eravamo un po’ fermati con le attività – aggiunge la vice Maria Peralta -, abbiamo recentemente fatto un’assemblea dei soci e scelto il nuovo direttivo. Il nostro è un ruolo importante e ci teniamo molto, stiamo crescendo sia da un punto di vista di associati che di presenze sul territorio. Sono cresciute tantissimo sia la comunità del Bangladesh che quella Equadoregna. Tra i primi impegni l’incontro con tutte le comunità per lavorare insieme e la continua collaborazione con Arci e Caritas che ci hanno sempre sostenuto“.
Dal punto di vista dell’accoglienza e dello scambio tra italiani, nuove e seconde generazioni emerge uno scenario in continua evoluzione: “I ragazzi più giovani si integrano meglio con i coetanei – spiegano presidente e vice presidente -, sono nati grandi amicizie e rapporti forti, sani senza dimenticare che molti giovani di seconda generazione stanno lavorando e studiando all’estero. Non ci sorprende che tra i più giovani ci siano meno barriere, loro sono la speranza. Le persone più adulte, anche se hanno ancora difficoltà ad accettare alcuni cambiamenti, sanno che ci siamo. Dal punto di vista dell’occupazionale molti privati si rivolgono a noi per trovare personale nel settore dell’assistenza domiciliare, allo stesso tempo è forte l’impiego dei giovani nel settore turistico. Molte persone che arrivano qui hanno nel paese di origine una scolarizzazione alta. A livello nazionale però ci sono ancora tante barriere per il riconoscimento di titoli professionali, come quelli nel settore sanitario, e anche della patente di guida. Trattandosi di temi nazionali sul locale possiamo fare poco, però rinnoveremmo sempre il nostro impegno con le ambasciate”.