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Sprint su terze dosi e ipotesi di riduzione di validità del green pass, così il governo vuole salvare il Natale

Gli esperti spingono sulla booster per tutti, mentre il certificato verde potrebbe durare 9 mesi ed essere vincolato unicamente al vaccino.

Pranzo di Natale

Lontani da quel limite che fa cambiare strategia ma non abbastanza per non farci più d’un pensiero. Che Natale sarà quello degli italiani lo determineranno i numeri delle prossime settimane, decisive per capire come il Governo si comporterà nella gestione delle festività che per il secondo anno devono fare i conti con la pandemia. Siamo in una situazione molto diversa da dodici mesi fa perché terapie intensive e ricoveri ordinari per ora risultano lontani dalle soglie di allarme. Ma l’aumento della diffusione si evince dai dati stessi e la politica interroga la scienza sui compartamenti da tenere. Al netto di un’accelerata decisa sulle terze dosi per tutti e la riduzione della copertura del Green Pass, attualmente sui 12 mesi (qualcuno chiede addirittura il dimezzamento, più credibili i nove mesi, escludendo i tamponi), il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha parlato schiettamente di Natale libero.

Il monito di Speranza (“Tutto dipenderà dai nostri comportamenti”) segue la linea di Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute che chiede il “pugno duro” con “richiesta di annullare il Green Pass “a chi è in netto ritardo o rifiuta la terza dose”, mentre Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, parla di cenone di Natale con solo vaccinati visto che il tampone rapido è uno strumento “utile ma non sicuro perché fornisce solo un’istantanea, mentre ci si può positivizzare appena dopo 2 minuti”. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del San Martino suggerisce, invece, in vista del Natale una campagna di vaccinazione di massa: “Anche ai bambini dai 5 anni in su. Terza dose per gli over60. E una sorta di super Green Pass che si ottiene solo con il vaccino per quelle attività di non primaria importanza, come ristoranti, cinema o stadi. Non è assolutamente pensabile un altro Natale in lockdown. Perciè non vorrei iniziare a sentir discutere già da ora di negozi chiusi o cose simili. Non se ne parla”.

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