Arca Lerici, affiliata Auser, interviene nel dibattito sulla delibera che riformula gli spazi destinati all’associazione. Il sodalizio, si legge nella nota firmata dal direttivo, “interviene a pieno titolo in questa vicenda diventata oltremodo imbarazzante, che rischia davvero di uscire dai binari del buon senso, e per fornire tutti i cittadini del territorio le immagini vera e cchiara di quanto sta succedendo. Siamo pienamente consapevoli del problema degli spazi associativi a Lerici e come associazione siamo sempre stati disponibili ad affrontarlo insieme all’amministrazione comunale per cercare di risolverlo. Di seguito alcuni esempi: pronti a mettervi a disposizione le pareti del piano superiore dei locali per installare scaffalature armadi per risolvere i problemi della biblioteca; pronti a considerare lo stesso intervento anche nella sala a piano terra; pronti a darvi le chiavi (e lo abbiamo fatto) per farvi utilizzare il ripostiglio del piano superiore per alloggiare il materiale della biblioteca; pronti, come poi è stato, a lasciare oltre mezza terrazza, prima del covid, e tutta, in periodo di pandemia, ad un’attività commerciale; pronti su vostro invito ad accogliere l’Accademia Bianchi; pronti a condividere la sala con Unitre (comunicazione da noi inviata il 5 agosto 2021, protocollo numero 25755). Tutto questo non ci pare sia da catalogare come nostra mancanza di sensibilità o ancora peggio di pensare solo a noi stessi così come è stato pubblicamente dichiarato. Affermazioni che offendono il nostro pluriennale operato sul territorio e ancora di più i nostri associati”.
“Il condividere – prosegue Arca Auser Lerici rivolta a Palazzo civico – è diventato per voi suddividere in parti visibilmente disuguali, contrapponendo tra loro due associazioni e i loro legittimi interessi, e il concederci in alternativa a parole l’uso della sala consiliare è irragionevole e non fungibile. Non è serio fingere di non conoscere la natura di un circolo associativo così come non si risolve il problema di una associazione a danno evidente di un’altra. Gli spazi per la vita culturale associativa solidaristica sono vitali per una comunità e ogni organizzazione va tutelata nella sua dignità senza contrapporre le esigenze di una a quelle dell’altra. Siamo sempre stati presenti sul territorio con attività riconosciute ed apprezzate da tutti, di grande aiuto per la comunità, e dopo il buio della pandemia stavamo e stiamo affrontando una serie di proposte iniziative importanti. La decisione che avete preso è per noi un colpo basso ed iniquo sia sotto il profilo materiale che sotto quello morale, per il disconoscimento e per l’umiliazione cui siamo sottoposti dalla istituzione di riferimento della comunità”.