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Abili @ Casa, un progetto per la vita indipendente

Fondazione Carispezia ha sostenuto con forza, tramite il bando “Integrazione e Inclusione”, un progetto abitativo per ragazzi problematici che sono privi del sostegno dei genitori, in quanto orfani o con situazioni familiari difficili.

Il lavoro dei ragazzi durante la pandemia

“Senza la Fondazione Carispezia non ce l’avremmo mai fatta”. Parla Roberto De Simone, presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Manlio Canepa e referente del progetto Abili @ Casa”, sostenuto con il contributo di Fondazione Carispezia nell’ambito del bando “Integrazione e Inclusione”. “Il progetto è una collaborazione a più mani. Noi come Fondazione Manlio Canepa gestivamo già un centro diurno a San Terenzo e avevamo una casa famiglia, un appartamento adibito a sollievo per famiglie. Quando si è liberato l’appartamento contiguo, date le numerose richieste e visto l’effettivo beneficio che ne traevano gli ospiti, abbiamo pensato di ingrandirci. Ma occorrevano importanti lavori di adeguamento edilizio e di rifacimento. Assieme ad Asl e Comune di Lerici abbiamo stilato un progetto di ristrutturazione: via le barriere architettoniche, via la divisione tra i due appartamenti, nuova sistemazione delle stanze,… un intervento importante di 100mila euro da preventivo, ovviamente ampliamente sforato nella realizzazione. Realizzazione che senza il contributo di 80mila euro della Fondazione Carispezia, noi, che siamo piccoli, non avremmo mai potuto portare a termine”.

Il progetto è dedicato a ragazzi problematici che sono privi del sostegno dei genitori, in quanto orfani o con situazioni familiari difficili – spiega De Simone -. Deriva dalle linee contenute nel testo di legge Dopo di Noi e Durante Noi. Attualmente nella grande casa di 250 mq realizzata, ospitiamo cinque ragazzi, il numero massimo di soggetti coinvolti in progetti di vita indipendente. Ma abbiamo potuto mettere anche un sesto letto, che utilizziamo per sollievo temporaneo o percorsi di avvicinamento e adattamento”.

Una giornata tipo di Abili @ Casa. “Sono tre ragazzi e due ragazze, seguiti h24. Si alzano, si lavano sotto la supervisione di una persona, poi vanno al centro diurno che gestiamo come Fondazione Canepa – prosegue -. Da quando è scoppiata la pandemia alle 12:30 tornano a casa, altrimenti mangerebbero tutti assieme in struttura. Dopo pranzo tornano al centro e quando alle 16 escono va in scena l’assistente familiare, mentre alle 22:30 subentra una persona per la notte. Quando sono a casa i ragazzi possono decidere autonomamente di andare al mare, di andare assieme al centro commerciale, di visitare i genitori”.

Cosa accadrebbe se questo progetto non fosse stato realizzato. “Sarebbero in una grande struttura sanitaria, tra i grandi numeri, senza possibilità di vivere il territorio – spiega – . Perché questa è la cosa importante: mantenere il contatto con il territorio. Questi ragazzi sono conosciuti a San Terenzo. La Fondazione Manlio Canepa è nata in questo spirito. Siamo la prosecuzione di un ente morale creato all’indomani dello scoppio del forte di Falconara nel 1922. A quel tempo si decise di istituire un asilo gestito da suore, poi l’ente cambiò negli elementi costitutivi e divenne Fondazione Manlio Canepa con soci il Comune di Lerici, l’associazione Pleiadi, l’ASL5 (che poi è uscita) e la Fondazione Carispezia, ancora presente con due soci. Le cariche sono gratuite, il volontariato è un ingrediente essenziale del nostro lavoro”.

Abili @ Casa e il futuro. “Da bando la Fondazione Carispezia ci ha fatto promettere che duri due anni, ma noi vogliamo durare molto di più – conclude De Simone – I ragazzi turnano, la richiesta è tanta. È forte l’esigenza di creare una seconda casa. Mancano i soldi, dobbiamo lamentarci. Lo facciamo per garantire la qualità della vita dei nostri ragazzi”.

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