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Da marola

Murati vivi replicano al Pd e a Orlando: “Tutte le proposte sull’arsenale devono avere una premessa: bonifiche e partecipazione”

Murati vivi, l'assemblea

“Da sempre apprezziamo la vivacità che può nascere dal dibattito che si scaturisce sul tema aree militari, in particolar modo per quanto riguarda l’Arsenale spezzino. L’ultima in ordine cronologico è la proposta del ministro Orlando, circa il polo di formazione professionale. Una proposta intelligente, ma che probabilmente non tiene conto del contesto, sul quale vorremmo precisare alcune cose”. Lo affermano in una nota i Murati vivi, l’associazione marolina che da anni si batte per il miglioramento delle condizioni di convivenza tra il borgo costiero e l’arsenale che sorge al di là del muro.

“La priorità della nostra comunità, non solo marolina ma dell’intera città, è la bonifica dai veleni presenti in Arsenale: Parliamo degli oltre 100mila metri quadri di amianto, per cui stiamo attendendo 3 anni, vedendo i capannoni sempre nello stesso deprecabile stato, forse perché nel nostro paese gli annunci di finanziamenti non bastano a renderli effettivi. Parliamo di quello sfregio ambientale che è la discarica abusiva di Campo in ferro, la cui bonifica sarebbe necessaria prima ancora di pronunciare il termine green. Parliamo delle continue attività della Marina militare che presumo un impatto notevole sulle condizioni ambientali come le emissioni dei fumaioli e/o dei radar in movimento dei navigli ormeggiati, gli sversamenti di carburante durante le operazioni di bunkeraggio, le operazioni di demolizione o di attività di cantiere che vengono fatte anche in aree non attinenti a tali attività… Abbiamo chiesto conto del processo di bonifiche al sindaco, senza alcuna risposta, alla sottosegretaria alla difesa Pucciarelli, nessuna risposta. Forse il ministro Orlando – proseguono i marolini – potrà chiedere al collega Guerini se avesse la contezza di far partire i tanto annunciati lavori di bonifica dall’eternit. La priorità della salute e della salubrità delle aree militari, così prossime alle nostre case, è condizione necessaria affinché qualsiasi proposta sia credibile e fattibile. Possiamo anche usare la sfacciataggine di posporre una condizione sufficiente alla premessa: la necessità di aprire un dibattito pubblico sulle priorità del territorio ed evitare che, dopo 150 anni di sfratto della comunità spezzina e marolina in particolare, dagli spazi occupati dall’Arsenale, calino dall’alto scelte che possono essere di interesse per pochi operatori, con ricadute al di sotto dell’enorme potenzialità che potrebbe avere la smilitarizzazione delle aree in disuso, attraverso una riorganizzazione delle attività militari nella base”.

“Caro ministro, abbiamo un sogno, quello che la politica faccia delle proposte, ma in primo luogo – concludono i Murati vivi – ascolti e poi insieme alla comunità proponga una strategia per conseguire degli obiettivi. In fondo le decisioni calate dall’alto alla Spezia non hanno mai avuto grandi fortune. Le pare che chiediamo molto?”.

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