Diverse centinaia lavoratori di Oto Melara stanno bloccando sin dalle 8 di questa mattina Via Valdilocchi in entrambe le direzioni, mentre di fronte all’entrata dello stabilimento. Nella folla si distinguono nettamente le bandiere di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Le proteste sono scattate in seguito alle voci di una probabile cessione dell’azienda a Fincantieri o a quella che a oggi è la concorrenza tedesca, con relativo possibile spacchettamento degli asset.
Per il momento non si registrano momenti di tensione, anzi, il clima è abbastanza disteso però chiaramente ci sono disagi per chi deve transitare da e per la zona industriale della Spezia.
Presenti la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Polizia locale che ha chiuso al traffico il tratto di Via Valdilocchi compreso tra la rotonda nei pressi del punto vendita di Metro e la zona di Vallegrande, dove sorge la centrale Enel, altra realtà in cui nei giorni scorsi i lavoratori hanno dichiarato lo stato di agitazione.

 

“Oto Melara non si vende. Queste due ore di sciopero intendono ribadire che la divisione deve rimanere di Leonardo. I lavoratori non sono disposti ad accettare cordate che spacchettino le attività mettendo a rischio i livelli occupazionali e il presidio sul territorio”, dichiara Mattia Tivegna, segretario Fiom Cgil, tra la folla. Al suo fianco Graziano Leonardi, numero uno provinciale della Uilm Uil: “Il nostro appello è rivolto anche alla politica perché non è pensabile che lo stabilimento venga venduto a realtà estere, che siano francesi o tedesche. I nostri politici devono metterci la faccia per impedire che questa azienda venga persa”. Il segretario spezzino della Fim Cisl, Gianluca Tavilla, è sulla stessa lunghezza d’onda: “Oto Melara rappresenta la storia industriale della Spezia ed è azienda leader nel suo settore. Vendere solo per necessità di fare cassa non ci sta: bene vogliamo mantenere il know how sul territorio, per le famiglie e per l’indotto”.

Il presidio si è tramutato in corteo intorno alle 9. Alla testa del serpentone le bandiere e gli striscioni dei sindacati, che guidano i lavoratori verso Viale San Bartolomeo, arrivando all’intersezione e bloccando momentaneamente anche quella strada. Dalla pancia della manifestazione si alzano cori che chiedono la presenza del sindaco Peracchini. Tra i presenti si scorgono invece il segretario del Partito democratico, Iacopo Montefiori, e il capogruppo di Leali a Spezia, Guido Melley. “Sono qua – esordisce Montefiori – per portare la solidarietà e il sostegno ai lavoratori da parte del nostro partito. Oto Melara è uno dei presidi industriali più importanti della nostra città e comprendiamo la preoccupazione per una cessione nella quale dipendenti e sindacati vogliono vedere chiaro. Siamo qua anche per dire che mettiamo a disposizione tutto il nostro supporto a ogni livello”.

“Questa azienda è un patrimonio della città che non può essere disperso. Siamo preoccupati e vorremmo capire le ragioni di questa operazione e semmai contrastarle per mantenere questo presidio di lavoro e strategico. Abbiamo chiesto una commissione consiliare per affrontare la questione nella sede più opportuna. Oggi avrebbe fatto piacere vedere qua il sindaco, ma probabilmente avrà avuto altri impegni”, aggiunge Melley.

 

Poco dopo le 9.30, quando il corteo ha fatto ritorno al punto di partenza e i lavoratori hanno ormai varcato i cancelli d’entrata di Via Valdilocchi, il sindaco Pierluigi Peracchini è giunto sul luogo della protesta e si è soffermato con i rappresentanti sindacali.
“Interesserò il prefetto, ho già contattato la senatrice Stefania Pucciarelli perché chieda l’intervento del governo”, riferisce il primo cittadino ai tre segretari. “Qui i tempi sono stretti. Se non si fermano dovremmo organizzare qualcosa a livello provinciale”, incalzano i sindacalisti.

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