Tra le criticità che hanno portato i lavoratori della centrale Enel spezzina a indire lo stato di agitazione c’era anche l’estrema incertezza che ammantava il meccanismo del Capacity market dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle autorizzazioni per partecipare all’asta 2023. Se da un lato alcuni leggevano quanto accaduto come una pietra tombale sul progetto presentato da Enel al ministero della Transizione ecologica, dall’altro rappresentava una contraddizione e destava forti preoccupazioni per il futuro dei dipendenti.
Ma talvolta la politica è in grado di cancellare con un colpo di spugna le difficoltà tecniche e le scadenze burocratiche. Ed è proprio quello che è accaduto con il via libera che il Mite ha dato all’esclusione dell’Aia dalle autorizzazioni necessarie per partecipare all’asta del Capacity market per il 2024/2025. Originariamente l’idea era stata proposta da Terna, ma Arera si era opposta. Ma secondo il Mite, tale previsione “amplia la partecipazione di tutte le risorse utili a contribuire all’obiettivo di adeguatezza, accrescendo la pressione competitiva” e inoltre “salvaguarda le condizioni di affidabilità dei programmi di investimento, atteso che i rischi di azzardo morale e di selezione avversa nello svolgimento delle aste sono analoghi a quelli connessi alla partecipazione della capacità esistente titolare di un’Aia in fase di rinnovo tra il periodo di celebrazione dell’asta ed il periodo di consegna della capacità”.
E’ così che ritornano in campo, almeno a livello teorico, i 510 MW della centrale a gas che Enel vorrebbe realizzare al posto dell’attuale.
Con un po’ più di rischio, dunque, ma si potrà partecipare alle aste del Capacity market anche senza l’Aia. Un’eventualità impensabile sino a poche ore fa. L’ennesima dimostrazione di quanto sia complesso il puzzle all’interno del quale si muove il futuro della centrale e dell’area Enel della Spezia.
