LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Saliceti

Comitati e associazioni: “Vecchio piano superato da eventi climatici e norme”

"Digestore, sarebbe un bel segnale della politica se arrivasse un ripensamento prima dell'udienza al Tar".

Striscioni "no biodigestore"

“Nel decennale dell’evento puntuali sono arrivate le rievocazioni del disastro provocato dall’alluvione del 25 ottobre 2011. Altrettanto puntuali sono arrivati da parte di politici e amministratori – in testa l’assessore regionale all’ambiente Giacomo Giampedrone – impegni per la difesa del territorio, le misure di salvaguardia, lo sviluppo sostenibile. Bla, bla, bla, per dirla con Greta Tumberg. I fatti? Il bacino del Magra e del Vara non ha ancora i nuovi piani di difesa idraulica e idrogeologica previsti dalla direttiva europea n. 60 del 2007 (direttiva alluvioni). Il 17 aprile 2010 è entrato in vigore il decreto legislativo 49, che recepisce la normativa UE. Ha mandato in soffitta i vecchi PAI (Piani di assetto idrogeologico, ndr). Sono sostituiti dai PGRA (Piano di gestione del rischio alluvioni) strumenti scientificamente più rigorosi, che devono tenere conto delle evoluzioni del clima, della maggiore frequenza delle alluvioni e delle ‘bombe d’acqua’, eventi che non erano previsti nelle vecchie cartografie del rischio idrogeologico risalenti al Novecento. Da allora si sono succedute in Regione giunte di centrosinistra e centrodestra. Dunque non è il caso di perdersi in polemiche politiche. Per applicare più adeguatamente la normativa europea nel 2015 è stata costituita l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, diventata operativa nel 2018. Raggruppa i bacini toscani e liguri. La nuova Autorità ha già predisposto i piani dei bacini dell’Arno e del Serchio. Quello del Magra-Vara verrà, forse, nel 2026. E’ la Toscana che la fa da padrone o la Liguria che non si è attivata?”. Così in una nota congiunta Comitato No Biodigestore Saliceti, Comitato Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Cittadinanzattiva e Italia Nostra.

Per i sodalizi, prosegue la nota, “non aggiornare i piani di tutela alla direttiva Alluvioni ha creato un presupposto fondamentale per autorizzare il progetto più impattante sotto il profilo del rischio idrogeologico degli ultimi vent’anni: il digestore da 120.000 tonnellate di Saliceti. Dalle foto di dieci anni fa si vede chiaramente che il vicino casello autostradale andò sott’acqua. Anche l’area di Saliceti fu invasa dall’acqua, sebbene il vecchio PAI prevedesse una limitata esondazione in una piccolissima porzione. Nel 2011 quella previsione fu smentita. Non fu il fiume a invadere l’area destinata a ospitare il digestore di rifiuti organici, che producono percolato ricco di ammoniaca. Il ‘fagiolo’, come viene chiamato, è protetto dallo svincolo autostradale, che fa da argine. Ma per il principio dei vasi comunicanti, se il fiume cresce di livello, potete costruire tutte le barriere che volete, ma la falda si alza anche nelle zone protette dagli argini. Fenomeno chiamato ‘sifonamento’. Le foto mostrano l’area di Saliceti invasa dall’acqua: la falda è risalita oltre il piano campagna. La Conferenza dei servizi che ha autorizzato il progetto si è limitata a constatare che le vecchie carte del PAI prevedono che ogni 200 anni una porzione, dove devono sorgere gli uffici, può essere invasa dall’acqua. Hanno prescritto di alzare gli uffici di 80 centimetri. La ‘burocrazia idrogeologica’ non ha tenuto conto che il vecchio PAI è superato dagli eventi climatici e dalle norme europee e italiane. Questo è uno dei motivi per cui i comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e le associazioni Italia Nostra e Cittadinanzattiva hanno ripreso l’iniziativa di denunciare in tutte le sedi istituzionali il grave rischio idrogeologico che può mettere a repentaglio la risorsa di acqua potabile degli spezzini: la falda del Magra che alimenta i pozzi di Fornola”.

“Dopo il difensore civico Francesco Lalla, che ha investito della questione il ministero della transizione ecologica, anche la Commissione Ambiente del Consiglio regionale ha avviato un approfondimento del progetto Saliceti. Sarebbe un bel segnale della politica, di centrodestra e di centrosinistra arrivasse un ripensamento prima dell’udienza del TAR, che non è titolato a valutare i nuovi rischi idrogeologici”, concludono i sodalizi.